(Rinnovabili.it) – Mentre il mondo si preoccupa della qualità dell’aria e degli effetti nefasti del rilascio di emissioni inquinanti da un funzionario europeo arriva una inquietante affermazione: sarebbero parecchi gli Stati Membri europei a non rispettare gli obblighi ambientali. Ogni tentativo di imporre nuovi limiti anti inquinamento sarebbe quindi vano, afferma il funzionario, ricordando che gli stessi stati che tanto fanno per l’Ambiente quando si tratta di ridurre la concentrazione di PM2,5 un po’ fanno orecchie da mercante e un po’ non riescono a rispettarli a causa dei costi troppo elevati degli adeguamenti necessari.
Numerosi studi rivelano che ogni cittadino europeo perde una media di 8 mesi di vita a causa della cattiva qualità dell’aria e per questo i progetti si stanno impegnando a ridurre, tra gli altri inquinanti, anche il particolato e il biossido di azoto. Ma nonostante le leggi europee sono almeno 17 gli Stati Membri che stanno violando gli esistenti limiti.
Parlando con i giornalisti durante la Settimana verde della Commissione, Thomas Verheye, capo della Commissione emissioni industriali e dell’unità per la qualità dell’aria, ha affermato che il problema dell’inquinamento da particolato rimarrà una criticità significativa per gli anni a venire.
Dannoso per l’ambiente e per l’uomo il PM2,5 in Europa non dovrebbe superare i 25 microgrammi per metro cubo, anche se l’Ocse sta cercando di abbassare ulteriormente il limite portando a 20 mcg. Da Verheye la risposta alla richiesta Ocse è stata immediata: “Sarebbe illogico inasprire ulteriormente i limiti di PM2,5 quando già adesso tanti paesi non riescono a soddisfare gli attuali obiettivi relativi al PM10 e al NO2. […] La commissione ha il diritto di provare a proporre misure che hanno bisogno di essere adottate dagli Stati Membri, se riusciremo a muoverci in questa direzione sarà un successo”.