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Sondaggio WWF: aumenta la paura per l’inquinamento da plastica

Il 61% degli intervistati si è detto “abbastanza” informato sul tema dell'inquinamento da plastica, dimostrando che la consapevolezza sull’emergenza ambientale è in netta crescita rispetto al passato recente.

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Credits: Muntaka Chasant

Per oltre il 90% degli intervistati, l’inquinamento da plastica rappresenta un problema molto serio e fonte di preoccupazione 

 

(Rinnovabili.it) – Somministrato ad oltre 12 mila persone durante la campagna estiva Natura Plastic Free, il questionario WWF ha permesso di conoscere quale sia il grado di consapevolezza – e preoccupazione – degli italiani, soprattutto fra i più giovani, rispetto al problema della plastica e del suo impatto sull’ambiente. 

 

I risultati, elaborati dal GfK (il più grande istituto di ricerche tedesco) e diffusi dall’ONG in occasione della firma del Protocollo RAI-WWF lo scorso 6 dicembre, mostrano un quadro nel complesso positivo. L’ampia partecipazione del campione selezionato ha infatti evidenziato una crescente sensibilità sul tema ambientale, considerato per la stragrande maggioranza degli intervistati di enorme rilevanza. Dalle risposte emerge una preoccupazione “molto elevata” – condivisa da oltre il 90% del campione – per il problema della plastica, nonché una discreta competenza sul tema, con il 61% degli intervistai che s’è detto “abbastanza” informato. Il test ha dimostrato inoltre l’importanza del crescente impegno comunicativo da parte delle associazioni ambientaliste, per fare in modo che alla percezione allarmata del problema si accompagni anche un’informazione precisa, utile a stimolare comportamenti coerenti. 

 

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Le domane del test, 12 in totale, spaziavano dalle più “tecniche”, riguardanti ad esempio la provenienza della plastica, a quelle “statistiche”, inerenti al numero di tonnellate di plastica riversate ogni anno negli oceani. Escludendo le prime due, riferite al grado di percezione del problema (quindi di carattere personale e non arbitrario), su 10 domande, la maggioranza degli intervistati ha risposto correttamente a 8, sbagliandone soltanto 2. 

 

La domanda che ha ricevuto il maggior numero di risposte sbagliate, cioè l’80%,  evidenzia come la maggioranza degli intervistati tenda a sbagliare “per eccesso”, indicando che negli oceani finiscono ogni anno 22 o 50 tonnellate di plastica e non 8 (la risposta corretta). Un errore comunque “positivo”, poiché indicatore della estrema drammaticità percepita in riferimento al problema. Da notare infine, l’elevato numero di risposte corrette (oltre il 70%) alle domande 8 e 9: la prima, riguardante il rifiuto più diffuso sulle spiagge e il rifiuto che impiega più tempo a degradarsi, in entrambi casi la plastica. Due risposte in cui – purtroppo – l’esperienza personale ha un peso prevalente. 

 

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