Solo il 9% della plastica viene riciclata, il resto è inquinamento
(Rinnovabili.it) – Nessun altro materiale non naturale è stato riversato nell’ambiente in quantità paragonabili alla plastica. Secondo un nuovo lavoro dell’Università della California, gli esseri umani ne avrebbero prodotti 8,3 miliardi di tonnellate dagli anni ’50 ad oggi, cifra paragonabile al peso di un miliardo di elefanti. Ma dopo quasi settant’anni, la gran parte finisce ancora in discarica o ad inquinare i continenti e gli oceani del mondo. Una situazione che rischia di peggiorare sensibilmente nei prossimi anni, dal momento che le stime dell’ateneo californiano prevedono un ingestibile aumento a 34 miliardi di tonnellate entro il 2050. Una scalata verticale che non ha uguali se pensiamo che nel 1950, anno in cui la plastica ha visto la sua prima produzione di massa, i numeri si aggiravano intorno a 2 milioni di tonnellate. A guidare questa crescita vertiginosa è stato in gran parte il settore del packaging, con la nascita e lo sviluppo dei contenitori monouso e delle bottiglie di acqua o bibite.
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La ricerca è preziosa perché si tratta della prima analisi globale di tutte le materie plastiche prodotte, ed evidenzia come queste superino di gran lunga i prodotti derivati dalla maggior parte degli altri materiali artificiali. Solo acciaio e cemento, utilizzati nelle costruzioni, hanno superato la produzione di plastica. Tutto ciò, unito al fatto che lo smaltimento non è affatto sostenibile, sta profilando una «contaminazione quasi permanente dell’ambiente naturale». Infatti, lo studio ha rilevato che nel 2015, su circa 7 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica generati, solo il 9% è stato riciclato, il 12% è stato incenerito e il 79% si è accumulato nelle discariche o nell’ambiente.
Lo studio degli accademici statunitensi ha rilevato che la quantità totale di plastica prodotta impiega centinaia, forse migliaia di anni per decomporsi. La crescita di produzione prevista per i prossimi anni può rendere la contaminazione una sciagura paragonabile al cambiamento climatico.