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Plastica monouso, WWF: “Italia sia apripista in Europa”

L’associazione si auspica che il nostro Paese presenti al più presto in Parlamento la proposta normativa governativa plastic free, per accogliere subito quanto previsto nel nuovo accordo europeo sulla plastica monouso

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Anche la petizione lanciata dal WWF punta a liberare i mari italiani dalla plastica monouso

 

(Rinnovabili.it) – Anticipare nel provvedimento plastic free i contenuti della direttiva UE sulla plastica monouso. È questo che vorrebbe WWF Italia, che il nostro Paese facesse da apripista in Europa nel dis-inquinamento da plastica e presentasse al più presto in Parlamento la proposta normativa governativa plastic free, per accogliere subito quanto previsto nel nuovo accordo europeo ed eliminare velocemente dal mercato prodotti di plastica già in uso. L’accordo raggiunto proprio ieri tra Commissione, Parlamento e Consiglio europei sulla proposta di ridurre la plastica monouso prevede diverse misure da applicare ad altrettante categorie di prodotti, tra cui cannucce, piatti, posate, contenitori in polistirolo, bicchieri per bevande, reti da pesca fantasma. Come ricordato dall’associazione ambientalista, in Italia esiste già il divieto di utilizzo di sacchetti di plastica per la spesa, dal gennaio 2011, e di sacchetti di plastica per alimenti, da gennaio 2018; dal 2019, invece, saranno banditi dal mercato anche i cotton-fioc, e dal 2020 l’uso di microplastiche nei cosmetici, come stabilito nella Legge di Bilancio 2018.

 

Il nostro Paese ancora una volta può anticipare i tempi – scrive il WWF in una nota – secondo quanto richiesto nella nostra petizione on-line che ha già raccolto oltre 600mila firme. Ora si tratta di anticipare nel provvedimento plastic free i contenuti della direttiva che deve approdare nel Parlamento europeo per il passaggio finale, come richiesto nella Petizione WWF”. La petizione lanciata dal WWF, infatti, punta a rendere plastic free i mari d’Italia. Secondo i dati diffusi dall’associazione, nel Mar Mediterraneo il 95% dei rifiuti rinvenuti sarebbe a base di plastica, mentre 134 sarebbero le specie vittime di ingestione da plastica (700 le specie minacciate dalla plastica nel mondo). I motivi di questo violento inquinamento da plastica, nei nostri mari così come nel resto del mondo, risiedono sia nell’eccessivo consumo di plastiche, sia nella cattiva gestione dei rifiuti prodotti.

 

Tra le richieste avanzate dal WWF, ci sono anche: l’introduzione di una cauzione sugli imballaggi monouso che, attraverso circuiti ben strutturati, possa favorirne il riciclo, incentivando comportamenti virtuosi nei consumatori, con l’obiettivo di arrivare al 2030 con il 100% di imballaggi in plastica riciclabili o riutilizzabili; la messa al bando delle microplastiche in tutti i prodotti, a cominciare dai detergenti.