La parola chiave delle associazioni ambientaliste per combattere la plastica in mare è la partecipazione
(Rinnovabili.it) – La guerra alla plastica in mare si fa social: per far sì che più persone possibile contribuiscano alla pulizia delle spiagge e dei fondali italiani Greenpeace ha lanciato Plastic Radar, il servizio a cui è collegato il numero Whatsapp a cui poter mandare foto e coordinate geografiche dei rifiuti ritrovati per accelerarne il processo di rimozione. Per avere ancora più informazioni sul tema plastica e per farne un uso che sia ancora più cosciente, Greenpeace ha lanciato anche il sito plasticradar.greenpeace.it dove le tipologie di imballaggi di questo materiale più diffuse nelle acque italiane sono catalogati. Una vera e propria mappatura grazie alla quale si potrà sapere a quale merce appartengono gli imballaggi di plastica e quali siano i fondali e i mari da cui arrivano le segnalazioni degli utenti.
“L’iniziativa, oltre a far luce sui rifiuti in plastica più presenti nei mari italiani, vuole individuare anche i principali marchi che, da anni, continuano a immettere sul mercato enormi quantitativi di plastica, principalmente usa e getta, non assumendosi alcuna responsabilità circa il suo corretto riciclo e recupero”, ha spiegato Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Intanto anche il WWF è sceso in campo per dare il suo contributo concreto alla rimozione della plastica dalle spiagge, inaugurando domenica 3 giugno la Campagna WWF GenerAzioneMare. Una maratona di pulizia delle spiagge più belle d’Italia partita da Catania con il Tour Spiagge #PlasticFree che è stato un successo: 100 volontari, 2 km di spiaggia pulita e più di 70 sacchi di spazzatura raccolta. La campagna proseguirà per tutto il mese di giugno e chiunque potrà scegliere la spiaggia da pulire consultando l’elenco online ed iscrivendosi. Tutti in campo in difesa delle acque di Genova, Rimini e Ancona. E ancora il Lazio con Palidoro e Torre Flavia, la Toscana con la spiaggia di Burano e l’Isola Gaiola nel Golfo di Napoli. Poi Miramare a Trieste e Punta del Serrone vicino Brindisi, l’Oasi di Policoro in Basilicata e Capo Rizzuto, Saline joniche e Praia a mare in Calabria e infine la Gallura in Sardegna.
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