(Rinnovabili.it) – Un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington, insieme ad alcune imprese, ha condotto il primo esperimento su larga scala in un sito di bonifica usando pioppi rafforzati con un probiotico per pulire le acque sotterranee contaminate da tricloroetilene, un inquinante piuttosto comune nelle aree industriali, pericoloso per gli esseri umani se ingerito con l’acqua o inalato con l’aria. I risultati sono stati pubblicati dalla rivista Environmental Science & Technology.
Bonificare i siti contaminati da tricloroetilene e altri inquinanti può risultare estremamente costoso usando metodi come l’escavazione o il pompaggio delle tossine dal sottosuolo. Di conseguenza, molti siti non vengono trattati. Con questo nuovo metodo, è possibile procedere alla bonifica in maniera più efficace, spesso a un costo minore.
I ricercatori hanno utilizzato il legno dei pioppi di un sito del Midwest, dove gli alberi crescono già in un suolo contaminato da tricloroetilene. Hanno triturato il legno in piccoli frammenti e isolato oltre cento differenti microbi, inserendo ogni ceppo in un contenitore con alti livelli di tricloroetilene. L’obiettivo era trovare il ceppo di microbi in grado di dissolvere in maniera efficace l’inquinante e garantire la crescita dell’albero. Gli scienziati hanno dunque sfruttato un processo naturale: alla fine hanno trovato i microbi migliori che in realtà la pianta aveva già selezionato. Il probiotico vincente è stato quello in grado di eliminare praticamente tutto il tricloroetilene.
Dopo un solo anno, gli alberi ai quali era stato inoculato il microbo erano più grandi e in salute rispetto a quelli non trattati. Dopo 3 anni, i pioppi con il probiotico erano più robusti e un campione di tre tronchi ha rivelato ridotti livelli di tricloroetilene.
Quando un albero assorbe e degrada sostanze chimiche, in genere è a spese della sua salute: il tutto ha dei riflessi evidenti come riduzione della crescita, ingiallimento delle foglie e rami secchi. Ma nei casi in cui il microbo selezionato è stato introdotto, i pioppi hanno abbattuto il tricloroetilene, diventando al contempo più robusti.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i campioni di acque sotterranee mostravano livelli più bassi della tossina e la presenza maggiore di cloruri, un elemento innocuo, sottoprodotto del tricloroetilene quando questo viene degradato.