L’associazione ambientalista denuncia attività illecite sul caso della ex-Sisas e chiede alla Commissione europea di intervenire per far luce sulla vicenda
“La bonifica non c’è stata – denuncia Greenpeace – e la Commissione Europea è stata ingannata”. La vicenda, ha spiegato l’associazione ambientalista, inizia nel 2004, con una sentenza della Corte di Giustizia europea che condanna l’Italia a una multa di 400 milioni di euro, il cui pagamento viene tuttavia scongiurato nel 2011, quando il Governo riferisce alla Commissione europea, che l’avallò, la comunicazione sull’effettiva avvenuta bonifica. Non solo. “Per evitare la multa dell’UE – ha detto il Direttore delle Campagne di Greenpeace Italia – è stato cambiato il codice identificativo dei rifiuti per facilitarne lo smaltimento. Se la Commissione europea non interviene dimostra la sua complicità in questa scandalosa vicenda”. La Relazione della Commissione parlamentare è stata dunque inoltrata ai funzionari UE, chiedendo un loro rapido intervento.