Rinnovabili •

Pile: l’Ue vieta cadmio e mercurio

Dal 2006 è vietato l'uso di cadmio e mercurio nelle pile fatta eccezione per i dispositivi portatili e le pile a bottone che adesso dovranno conformarsi alle nuove regole

(Rinnovabili.it) – Niente più cadmiomercurio nelle pile. Ad assicurarlo l’Ue dopo la riunione tenutasi ieri durante la quale il Presidente del Consiglio Ambiente, l’Irlandese Phil Hogan ha accolto con favore la Direttiva sulle Pile annunciandone il carattere sicuramente rivoluzionario. Ne deriveranno, oltre ai benefici ambientali, anche i vantaggi per la salute umana, minacciata dalla presenza delle sostanze tossiche che se non gestite in maniera adeguata possono inquinare l’ambiente e influenzare negativamente gli equilibri della catena alimentare.

Nello specifico l’accordo vieta l’uso del cadmio nelle batterie dei dispositivi portatili e del mercurio nelle pile a bottone.


Nel 2006 l’Ue ha adottato una legislazione che ha cercato di rendere le batterie e gli accumulatori il meno dannose possibile per l’ambiente, ma nonostante la direttiva includa il divieto delle pile e degli accumulatori contenenti mercurio e cadmio una deroga ne permette la commercializzazione se riservate a dispositivi per dispositivi elettrici senza fili e per batterie a bottone.

L’accordo raggiunto ieri prevede invece la cancellazione della deroga e quindi la sparizione dal mercato delle pile con mercurio e cadmio mentre un’ulteriore direttiva precisa che le batterie dovranno essere facilmente estraibili dai dispositivi per agevolare sia l’utente sia il professionista addetto al trattamento della batteria ormai esausta.

Grazie alla direttiva l’Europa importerà meno cadmio determinando anche la riduzione dell’estrazione del minerale e diminuendone l’impatto ambientale determinato sia dalla produzione che dall’utilizzo e lo smaltimento dei dispositivi. Accogliendo l’accordo, il ministro per l’ambiente irlandese Phil Hogan, ha detto: “Dato l’impatto ambientale sia di cadmio e mercurio mi rallegro per la conclusione positiva di queste discussioni avute con il Parlamento europeo. Entrambe le sostanze sono tossiche e dove si accumulano nell’ambiente possono causare danni irreversibili. Tecnologie alternative continuano ad essere sviluppate ed è opportuno agire subito per rimuovere le esenzioni che sono chiaramente anacronistiche”.