Nelle strutture sanitarie si producono diverse tipologie di rifiuti, derivanti sia da attività sanitarie che da attività amministrative e di ristorazione. Come affrontare la problematica, tuttora esistente, della loro gestione e smaltimento?
Su questa ed altre problematiche legate ai rifiuti ospedalieri, si è interrogato il convegno “Rifiuti ospedalieri, analisi e prospettive”, svoltosi questa mattina presso il Museo di Scienze regionali, organizzato dalla Direzione Ambiente, Settore programmazione e gestione rifiuti in collaborazione con l’IPLA.
Le esperienze condivise durante l’incontro hanno permesso di valutare sia gli aspetti relativi alla gestione interna alla struttura sanitaria, sia gli aspetti riguardanti la gestione esterna (trasporto e smaltimento, mediante incenerimento e sterilizzazione, dei rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo, raccolta e smaltimento dei rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani, raccolte differenziate).La maggior parte dei rifiuti sanitari deriva infatti dalla pulizia ordinaria degli ambienti, residui della preparazione dei pasti, ricezione di materiali e apparecchiature, imballaggi di cartone o plastica, dismissione di arredi e strumentazione elettronica.
L’assunto da cui le proposte maturate durante l’incontro sono partite per affrontare tale problematica è che i rifiuti sanitari devono essere gestiti in modo da diminuirne la pericolosità, da favorirne il reimpiego, il riciclaggio e il recupero e da ottimizzarne la raccolta, il trasporto e lo smaltimento.
Diverse le soluzioni emerse: incrementare l’organizzazione di corsi di formazione del personale delle strutture sanitarie sulla corretta gestione dei rifiuti sanitari, soprattutto per minimizzare il contatto di materiali non infetti con potenziali fonti infettive e ridurre la produzione di rifiuti a rischio infettivo, incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti sanitari assimilati agli urbani prodotti dalle strutture sanitarie, l’ottimizzazione dell’approvvigionamento e dell’utilizzo di reagenti e farmaci per ridurre la produzione di rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo e di rifiuti sanitari non pericolosi, l’utilizzo preferenziale, ove tecnicamente possibile, di prodotti e reagenti a minore contenuto di sostanze pericolose, l’utilizzo preferenziale di plastiche non clorurate; l’utilizzo di tecnologie di trattamento di rifiuti sanitari tendenti a favorire il recupero di materia e di energia.
“Il convegno di oggi – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Roberto Ravello – rappresenta un’occasione importante per confrontare e condividere le esperienze, discutere ed analizzare le problematiche ad oggi esistenti sullo smaltimento dei rifiuti ospedalieri. Solo in questo modo avremo gli strumenti necessari per risolvere il problema della dipendenza da altre regioni per lo smaltimento di tali rifiuti. È dunque assolutamente necessario fare squadra, poichè tutti gli attori, pubblici e privati, partecipino attivamente al raggiungimento di questo importante obiettivo. Oggi spendiamo oltre 10milioni di euro per smaltire poco più di 10mila tonnellate; pertanto è fondamentale, anche alla luce dei risultati emersi durante questa giornata, ottimizzare il sistema, individuando la forma migliore per conseguire questo risultato”.