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Il piccolo grande Bangladesh introduce la carbon tax

Mentre i governi più potenti del mondo nicchiano sul clima, tra un mese il governo vara la carbon tax in uno degli stati più poveri del mondo

carbon tax

(Rinnovabili.it) – Mentre tra i leader mondiali c’è chi fa a gara per disattendere le raccomandazioni dell’Accordo di Parigi, una delle nazioni più povere del pianeta introdurrà la carbon tax entro giugno. Si tratta del Bangladesh, staterello incastrato tra l’India, il Nepal, il Bhutan e la Birmania che affaccia a sud sul Golfo del Bengala. Nel prossimo bilancio di previsione per l’anno fiscale 2017-2018, promette il governo, ci sarà la tassa sulle emissioni di carbonio per i settori che inquinano l’ambiente.

Secondo gli economisti di orientamento progressista, ma anche per i più liberali, se fatta bene questa norma potrebbe essere tra le più efficaci nella riduzione delle emissioni inquinanti. Che nel caso del Bangladesh sono una quota irrisoria del totale, anche se si tratta comunque di un gesto non scontato e coraggioso per un paese povero. Spesso è proprio sulle necessità delle nazioni più svantaggiate che si concentra la retorica dei gruppi di interesse che promuovono le fonti fossili: non si possono regolare strettamente le emissioni inquinanti, è la tesi, perché si andrebbero a indebolire economie fragili che necessitano per il momento, di continuare a bruciare carbone.

 

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Il gesto del Bangladesh fa crollare questo castello di carte. L’idea della carbon tax è attribuire un costo alla quantità di gas serra emessi da un’industria per produrre le sue merci. Il denaro raccolto può essere poi reinvestito in misure a favore dell’ambiente.

Alcuni temono che, se non progettata accuratamente, la tassa può provocare un aumento del costo del carburante e quindi dei beni di consumo, che nei paesi poveri rischia di ripercuotersi pesantemente sul potere d’acquisto delle famiglie e sulle esportazioni.

Ma l’alternativa non esiste più. Il Bangladesh, falcidiato da continui alluvioni e minacciato dall’aumento del livello dei mari, potrebbe essere una delle prime vittime del cambiamento climatico, con inondazioni che spazzeranno via parte delle sue coste. Per questo, anche se emette 0,4 tonnellate di CO2 per abitante contro le 11 degli Stati Uniti, ha deciso di dare l’esempio.