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Piccoli Raee, gli italiani li smaltiscono male

(Rinnovabili.it) – Si potrebbe pensare che più il rifiuto è piccolo più facile è sbarazzarsene in maniera corretta, senza ricorre alla indifferenziata. Eppure il discorso sembra non valere per il raggruppamento degli R4 dei RAEE, i rifiuti dei piccoli elettrodomestici, onnipresenti nelle case degli italiani e molto meno nelle isole ecologiche. “Solamente il 18% dei piccoli elettrodomestici e dell’elettronica di consumo, una volta non più funzionanti, segue il corretto percorso di raccolta e smaltimento”, afferma Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, consorzio che si occupa della gestione dei RAEE – rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche -, delle pile e degli accumulatori a fine vita. “Meno di uno su cinque viene conferito correttamente. Il resto, con ogni probabilità, finisce nel sacco della spazzatura indifferenziata”.

 

I numeri della filiera rivelano l’enorme gap esistente tra produzione e riciclo: l’anno scorso delle circa 200mila tonnellate di piccoli elettrodomestici immessi sul mercato ne sono state recuperate solo 39mila, di cui 15mila tonnellate sono state gestite da Ecolight. La tendenza  dei consumatori, evidenziata dal Consorzio, è quella di riporre da parte phon o cellulari non funzionanti piuttosto che approfittare dell’uno contro uno, o di portare il prodotto non più funzionante all’isola ecologica. Eppure recuperare correttamente un R4 è importante. “Sono rifiuti riciclabili al 97%”, prosegue Dezio. “Sono composti prevalentemente da ferro e plastica, materiali che possono essere indirizzati verso un percorso di recupero per ottenere materie prime seconde riutilizzabili nei processi produttivi”.

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