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Piano Dissesto idrogeologico, priorità a infrastrutture verdi

Il dissesto idrogeologico ha lasciato 10mila italiani senza casa

 

(Rinnovabili.it) – Pronto il piano degli interventi contro il dissesto idrogeologico. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha completato il suo iter e con la pubblicazione, ormai prossima, in Gazzetta ufficiale, detterà i principali criteri con cui stabilire le priorità di finanziamento degli interventi regionali. Sicurezza per la popolazione esposta, pronta cantierabilità e impatto economico sui beni a rischio, saranno i tre assi su cui si muoverà il Governo e in base a cui saranno selezionati i lavori proposti dalle amministrazioni regionali all’interno del piano da 7 miliardi di euro per mettere in sicurezza i territorio.

 

In tal senso il provvedimento specifica che le richieste di finanziamento dovranno essere inserite nella nuova piattaforma ReNDiS-web (Repertorio nazionale degli interventi per la Difesa Suolo) e che gli interventi proposti saranno distinti in tre categorie, “Interventi ad efficacia autonoma”, “Interventi complessi di area vasta” e “Interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e di recupero degli ecosistemi e della biodiversità” (integrati).

Verranno quindi valutati in funzione dei seguenti principi: priorità regionale (peso 20), livello della progettazione approvata (10), completamento (10), persone a rischio diretto (60), beni a rischio grave (30), frequenza dell’evento (30), quantificazione del danno economico atteso (10), riduzione del numero di persone a rischio diretto (30), presenza di “misure di compensazione / mitigazione”(5). Avranno una sorta di ‘corsia preferenziale’ i progetti integrati; nello specifico il decreto parla di “infrastrutture verdi”, che avranno una priorità se soddisfano le condizioni di ammissibilità e sono ritenute finanziabili. A questi progetti sono dedicate risorse pari ad almeno il 20% della dotazione finanziaria complessiva dell’Accordo di Programma.

 

Una volta definite le graduatorie si procederà alla valutazione dei cronoprogrammi degli interventi ammessi e la loro cantierabilità.  La Struttura di Missione sta inoltre per varare il Piano stralcio per le aree metropolitane e le città a maggior rischio e sulle aree più critiche del paese, che prevede un intervento complessivo di circa 1 miliardo e 250 milioni di euro per 152 progetti da avviare nel corso del 2015 e del 2016.

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