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Un pianeta più caldo può dimezzare la biodiversità mondiale

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Il WWF avverte sui rischi del climate change per la biodiversità

 

(Rinnovabili.it) – Se le emissioni di carbonio continuano a crescere con i trend attuali, il cambiamento climatico potrebbe avere un impatto letteralmente devastante sulla biodiversità mondiale, spingendo oltre l’orlo dell’estinzione fino al 50% delle specie animali e vegetali che vivono negli hotspot più importanti del pianeta, come l’Amazzonia o le Galapagos.

L’allarme è del WWF, che insieme all’Università dell’East Anglia ha pubblicato un nuovo studio in cui esamina vari scenari climatici: si va da un aumento potenziale di 4,5 °C delle temperature medie globali, ad un aumento di 2 °C compatibile con l’accordo di Parigi. Gli scenari vengono messi in connessione con gli impatti su quasi 80 mila specie di piante e animali in 35 delle aree più dense di biodiversità. I ricercatori hanno selezionato ciascuna area per la sua unicità e la varietà di piante e animali, pubblicando risultati preoccupanti. Quasi la metà delle specie oggetto della ricerca potrebbero sparire se le temperature globali aumentano di 4,5 °C entro fine secolo rispetto ai livelli preindustriali. Con un aumento di 2 °C, l’estinzione colpirebbe circa il 25%ed è comunque un dato allarmante.

 

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“Giornate più calde, periodi più lunghi di siccità e tempeste più intense stanno diventando la nuova normalità, e le specie in tutto il mondo ne stanno già patendo gli effetti – ha spiegato Nikhil Advani, responsabile clima e fauna selvatica del WWF, – Mentre lavoriamo per ridurre le emissioni, è fondamentale anche migliorare la nostra comprensione della risposta delle specie ai cambiamenti climatici e sviluppare strategie per aiutarle ad adattarsi”.

Il modo migliore per evitare l’impoverimento drammatico di ecosistemi unici al mondo è, naturalmente, mantenere la temperatura globale più bassa possibile. Inoltre, se la fauna selvatica può spostarsi liberamente in nuove località, il rischio di estinzione in queste aree diminuisce da circa il 25% al ​​20%, ma solo in uno scenario in cui si mantiene l’aumento della temperatura media globale a +2 °C. E anche così facendo, non è detto che le specie libere di muoversi possano alla fine sopravvivere altrove.

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