La domanda di greggio dei Paesi non OCSE passerà dal 49% registrato nel 2012 al 54% entro il 2018, superando quella delle grandi economie mondiali
(Rinnovabili.it) – Se fino ad oggi si è ritenuto che le grandi economie mondiali – come Stati Uniti, Europa e Giappone – fossero le principali consumatrici di petrolio, il Rapporto semestrale presentato ieri dall’International Energy Agency (IEA) ha rivelato che per la prima volta nella storia i Paesi in via di sviluppo supereranno le nazioni ricche nella domanda di greggio.
I dati riportati dal Medium Term Oil Market Report parlano chiaro: la domanda di prodotti petroliferi, combustibili liquidi, carburanti e prodotti petrolchimici da parte dei Paesi non Ocse passerà dal 49 per cento registrato nel 2012 al 54 per cento entro il 2018.
Un incremento notevole, che non rappresenta di per sé una sorpresa dal momento che nei Paesi in via di sviluppo la crescita di settori ad alta intensità energetica è più elevata rispetto ai Paesi più industrializzati, dove a far da padroni sono i settori dei servizi.
Lo stesso direttore esecutivo dell’AIE, Maria van der Hoeven, in occasione del lancio del Rapporto avvenuto martedì scorso, ha dichiarato che “l’idea che le economie non OCSE superassero le nazioni ricche non è nuova, ma sta accadendo più rapidamente del previsto. In particolare tale crescita è stata guidata dalla Cina, ma anche l’Africa sta ricoprendo un ruolo sempre più importante”.
In particolare in Cina ha registrato un incremento della richiesta di petrolio a causa del crescente numero di veicoli a motore in circolazione, così come l’India, dove il 70% dell’aumento del consumo di greggio è imputabile al settore dei trasporti. La domanda indiana di petrolio è passata dai 2,1 Mb/d del 2001 a 5.5 Mb/d nel 2005, registrando un tasso di crescita annuale del 4 per cento.