(Rinnovabili.it) – La raffineria di Gela, nello specifico l’impianto Topping1, da stamane sta rilasciando in mare una sostanza oleosa sicuramente inquinante.
“Si tratta dell’ennesima dimostrazione che l’utilizzo del petrolio non è una pratica sicura così come vogliono farci credere l’ENI e le altre compagnie petrolifere che operano nel nostro Paese – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia – La zona di Gela già fortemente provata da cinquant’anni di attività della raffineria, si trova ancora una volta a affrontare una seria minaccia ambientale. Ma non sembra che questo scoraggi i nuovi progetti della compagnia di espandere l’estrazione di idrocarburi al largo di queste coste. Cosa deve succedere prima che si fermi?”.
L’ennesimo incidente che mette a rischio flora e fauna marine sta minacciando le coste della Sicilia nonostante i ripetuti appelli delle associazioni ambientaliste che ricordano costantemente quali siano le conseguenze di uno sversamento di idrocarburi in mare. Nonostante la consapevolezza dell’importanza della salvaguardia delle coste e degli equilibri marini continuano le richieste di autorizzazione per la costruzione e apertura di nuovi pozzi esplorativi come nel caso della richiesta da parte di Eni dell’approvazione del progetto per il pozzo esplorativo per idrocarburi “Vela 1” di fronte la costa di Licata, osteggiato da Greenpeace e dalle altre associazioni ambientaliste.
“Si tratta di un vero e proprio assedio da parte dell’ENI alla costa siciliana, senza che vengano fornite adeguate garanzie. Da una prima analisi della documentazione presentata per la richiesta di autorizzazione per “Vela1”, emerge la superficialità con cui è stato valutato l’impatto ambientale. La compagnia continua a ripetere che non vi sono rischi, ma lo sversamento di oggi è l’ennesima dimostrazione che non ci si può fidare” continua Monti.
Al momento sono in azione imbarcazioni antinquinamento mandate dalla Capitaneria di Porto che stanno stendendo sulla superficie dell’acqua dei teli assorbenti per limitare i danni ed evitare che dal fiume la macchia oleosa si espanda ulteriormente in mare.