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Petrolio, gas e carbone nei fondi etici

Un rapporto che apre in Uk la settimana nazionale dell’investimento etico, mostra come molti fondi siano legati a compagnie attive nella ricerca di petrolio, gas e carbone

Petrolio gas e carbone nei fondi etici.(Rinnovabili.it) – Se un fondo etico investe milioni in compagnie produttrici di petrolio, gas e carbone può ancora definirsi tale? È un problema che nel Regno Unito cominciano a porsi, dopo che un report di Barchester Green – azienda di consulenza finanziaria etica e indipendente – ha messo alla berlina gli investimenti dei fondi cosiddetti “etici” in combustibili fossili e industrie altamente inquinanti. Proprio in un momento in cui un crescente numero di persone sta cercando di ridurre la propria esposizione in questi settori. L’inchiesta, diffusa durante la Good Money Week (il nuovo nome dato alla settimana nazionale dell’investimento etico, dal 19 al 25 ottobre) fa i nomi di tutti i “sinners” and “winners”, cioè i peccatori e i devoti dell’industria multimiliardaria dei fondi etici e ambientali. Al vertice della lista dei cattivi c’è l’Aberdeen Responsible Uk Equity Found, che fra le prime 10 holdings “vanta” addirittura 4 compagnie attive nei settori di petrolio, gas o carbone: Shell, Centrica, BG Group e BHP Billiton. Con questi quattro assi nella manica, il fondo copre il 16 per cento dei 25 milioni di sterline del totale. I 5 “winners”, capitanati dal FP WHEB Sustainability Fund, sono invece fondi in grado di mostrare una strategia di investimento trasparente e positiva, che evitano i combustibili fossili e supportano attivamente lo sviluppo a lungo termine delle realtà produttive che tengono maggiormente a cuore le questioni sociali e ambientali.

 

«L’investitore etico, secondo le aspettative odierne – ha spiegato John Ditchfield, di Barchester Green – si aspetta che i suoi soldi vengano messi al servizio di compagnie con un impatto positivo, e sarebbe preoccupato di trovare che invece i fondi di investimento finanziano gruppi impegnati nell’estrazione di petrolio o carbone, perché si tratta di attività legate al riscaldamento globale. La replica dei “sinners” individuati dal report, lascia qualche perplessità: «I fondi investono anche in compagnie inquinanti ma che sempre possiedono nel portafoglio quote di società impegnate in attività sociali o ambientali, con lo scopo di incoraggiare il loro sforzo al miglioramento».

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