A rischio il territorio della nazione indiana Ocean Man. E' l'ennesima fuoriuscita nella provincia del Saskatchewan, dove gli oil spill dal 1990 a oggi sono oltre 18mila
(Rinnovabili.it) – E’ servita più di una settimana perché le autorità canadesi rintracciassero l’origine di un’enorme fuoriuscita di petrolio – l’ennesima – nella provincia del Saskatchewan. Ieri l’ufficio del governatore ha comunicato che sono finiti nell’ambiente almeno 200mila litri di petrolio, una perdita paragonabile al disastro ambientale che lo scorso luglio si era verificato nella stessa provincia. A farne le spese stavolta è la riserva indiana della nazione Ocean Man, che si trova a circa 140 km a sudest del capoluogo Regina.
Stando alle prime informazioni, l’oil spill non costituirebbe un pericolo immediato per la popolazione, ma non è stato specificato nulla riguardo l’impatto sull’ecosistema e i rischi per la fauna locale. A differenza della fuoriuscita dello scorso luglio, che aveva riversato 1.600 barili di petrolio pesante e sostanze chimiche diluenti nel fiume Saskatchewan, minacciando il lago Winnipeg e decine di migliaia di abitanti tra le città di North Battleford e Fort Albert, in questo caso il petrolio non avrebbe raggiunto corsi d’acqua.
“Ci sono numerose pipeline in quell’area – ha affermato McKnight – Non siamo certi al 100% di quale sia quella che perde”. L’unico dato certo è che le operazioni di contenimento sono guidate dalla Tundra Energy Marketing, azienda che gestisce alcune delle condotte nell’area.
È l’ennesimo incidente che si verifica nella provincia del Saskatchewan. Dal 1990 ad oggi le fuoriuscite di petrolio sono qualcosa come 18mila. Se si guarda solo agli ultimi 10 anni, si vede che le perdite di idrocarburi sono più di 8mila, di cui ben 1.500 da pipeline della Husky, l’azienda responsabile del disastro ambientale di luglio. Nonostante le continue proteste da parte di ambientalisti e nativi, il governo federale e le autorità provinciali non hanno alcuna intenzione di cambiare alcunché. Il nuovo oil spill arriva a pochi mesi di distanza dal via libera del premier canadese Trudeau al raddoppio della pipeline Trans Mountain, che trasporterà 890mila barili di sabbie bituminose al giorno dall’Alberta al Pacifico.