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Pesticidi: le mele industriali sono contaminate

Un cocktail di pesticidi nei meleti italiani ed europei, alcuni ad elevata tossicità. Oggi mangiare una mela può equivalere ad un lento, progressivo avvelenamento

Pesticidi le mele industriali sono contaminate

 

(Rinnovabili.it) – Siamo tutti Biancaneve. Uno slogan mica male da proporre a Greenpeace, dopo aver letto i risultati del suo rapporto sulla produzione intensiva di mele in 12 Paesi europei. Residui di pesticidi sono stati trovati nei due terzi dei campioni di terra e acqua prelevati nei meleti, ma c’è di peggio: il 70% dei pesticidi identificati presenta livelli di tossicità molto elevati per gli esseri umani e per l’ambiente. In un singolo campione di suolo raccolto in Italia sono state rilevate fino a 13 sostanze chimiche diverse, e 10 in un campione di acqua. Questo vuol dire, in parole povere, che quando si mangia una mela italiana, spesso si assumono veleni. E che una mela al giorno non toglie più il proverbiale medico di torno, ma può dargli un mucchio di lavoro. I 12 Paesi dove sono stati raccolti 85 campioni sono: Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, Slovacchia, Spagna, Svizzera e Ungheria.

 

L’indagine di Greenpeace, intitolata “Il gusto amaro della produzione intensiva di mele”, analizza uno scenario da incubo, e propone soluzioni ecologiche grazie ad esempi di pratiche di agricoltura sostenibile che evitano di contaminare il suolo e l’acqua. Un ecosistema agricolo in equilibrio è la chiave per una produzione sostenibile, di mele come di altre colture. Aumenta la resilienza a parassiti e malattie e, al contempo, favorisce i nemici naturali dei parassiti – come le vespe – attraverso una maggiore disponibilità di polline e nettare.

«L’Italia è uno dei maggiori produttori di mele a livello europeo. Abbandonare un modello agricolo fortemente dipendente dai prodotti chimici è fondamentale, anche per proteggere i nostri agricoltori e le loro famiglie, che sono i primi a essere direttamente esposti – ha detto Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia – L’imponente uso di queste sostanze nella produzione intensiva di mele è un altro fallimento dell’agricoltura industriale».

 

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I pesticidi nelle mele contaminate: quanti e quali

Gli 85 campioni raccolti in Europa sono così suddivisi: 36 di acqua e 49 di suolo, prelevati durante i mesi di marzo e aprile 2015 in meleti a gestione convenzionale. Sono stati analizzati per verificare la presenza di residui di pesticidi, e possono essere considerati una “fotografia” della situazione all’inizio del periodo della fioritura. Su 85 campioni, sono stati rilevati 53 pesticidi differenti. Il 78% dei campioni di suolo e il 72% dei campioni di acqua contenevano residui di almeno un pesticida.

Il fungicida boscalid (presente nel 38% dei campioni di suolo e nel 40% dei campioni di acqua) è l’ingrediente più riscontrato nel cocktail mortifero. Non solo: 7 dei pesticidi trovati non sono attualmente approvati dall’Unione Europea, ma possono essere utilizzati solo previe deroghe temporanee.