(Rinnovabili.it) – Alti funzionari della Commissione europea avrebbero insabbiato un documento scientifico che suggeriva il divieto di 31 pesticidi e interferenti endocrini. Lo ha scoperto il Guardian, prestigiosa testata londinese che ormai ha fatto dello scoop una consuetudine.
Il paper, visto dal quotidiano, raccomanda una miglior identificazione e la classificazione degli agenti ad azione ormonale collegati a un aumento delle anomalie fetali, mutazioni genitali, sterilità e cancro.
Fonti della Commissione sostengono che la carta sia stata messa da parte dietro la pressione di grandi aziende chimiche che utilizzano le sostanze in articoli da toeletta, plastiche e cosmetici, nonostante un costo sanitario annuale stimabile in centinaia di milioni di euro.
Secondo il documento, i rischi dell’esposizione a questi interferenti, anche a bassissima potenza, sono così alti che lo stesso concetto di potenza farmacologica non dovrebbe essere utilizzato come base per l’approvazione di queste sostanze. C’è di più: i criteri proposti per classificarle avrebbero permesso all’Unione europea di vietare sostanze pericolose che sono entrate in commercio lo scorso anno.
Ma le pressioni di Bayer e Basf hanno impedito che gli organi comunitari arrivassero a regolamentare pesticidi e sostanze cancerogene. L’ordine di lasciar perdere il documento sarebbe arrivato – secondo le fonti del Guardian – dall’ufficio del Segretario generale. Al suo posto sono emerse proposte molto più leggere insieme ad un piano per la valutazione di impatto che non sarà finalizzato fino al 2016. (leggi anche: “Con il Ttip via libera a 82 pesticidi vietati in Ue)
Il segretario generale della Commissione europea, Cathrine Day, ha scaricato la colpa sulla mancanza di comunicazione fra i dipartimenti della Commissione Salute (Sanco) e Ambiente (Envi).
Il problema è che industria e lobby agricole cercano di corrompere i funzionari spingendo questo approccio, sostenuto da Regno Unito e alcuni ministeri tedeschi. Utilizzare come metro di giudizio la potenza farmacologica permette di trascurare gli effetti a lungo termine di interferenti endocrini e pesticidi che stanno al di sotto delle soglie. Le ragioni sono di natura economica: eventuali divieti per pesticidi e biocidi, secondo l’industria, si ripercuoterebbero sulle comunità agricole.
Secondo Jean-Charles Bocquet, direttore della European Crop Protection Association (Ecpa), fino a 60 prodotti oggi sul mercato potrebbero essere ritirati con una seria etichettatura delle sostanze pericolose. Questi prodotti, della famiglia dei triazoli, rappresentano il 40% del mercato europeo, del valore di 9 miliardi di euro.