Anche la Cina è a favore di un Patto Ambientale Mondiale
(Rinnovabili.it) – Le Nazioni Unite hanno compiuto il primo passo verso l’approvazione di uno strumento che colmi le lacune tra gli accordi internazionali in materia di ambiente. L’Assemblea generale Onu ha votato ieri, per la prima volta, una risoluzione che stabilisce il quadro in cui realizzare un Patto Ambientale Mondiale. Nata lo scorso ottobre da una proposta del presidente francese Emmanuel Macron, l’iniziativa chiede al Segretario Generale Antonio Guterres di creare un gruppo di lavoro che identifichi e valuti i difetti presenti nel diritto ambientale internazionale, studiando eventuali rimedi.
Il rapporto sarà presentato alla sessione dell’Assemblea generale di settembre con la possibilità, se necessario, di convocare una conferenza intergovernativa durante la prima metà del 2019 per passare alla definizione di uno strumento pratico.
We’ve got the Montreal Protocol, Aichi targets & other int’l agreements, but how much of the environment do they protect? The @UN General Assembly today agreed to take the 1st step toward considering whether a new instrument is needed to address gaps. https://t.co/7DqFCuHUe6 🌍 pic.twitter.com/f97sQHVibP
— Global Goals (@GlobalGoalsUN) 10 maggio 2018
L’obiettivo è quello di riunire e uniformare tutte le leggi e gli atti prodotti, dal Protocollo di Montreal sui gas serra che minacciano l’ozono ai target di Aichi sulla biodervistà, in un unico documento che costituisca l’ossatura del primo Patto Ambientale Mondiale a carattere vincolante.
Parlando prima del voto l’ambasciatrice francese delle Nazioni Unite Françoise Delattre aveva ricordato come l’attuale degrado ambientale abbia già causato centinaia di migliaia di morti “a causa del riscaldamento planetario, dell’inquinamento idrico e atmosferico e della perdita di biodiversità e suolo”, colpendo soprattutto le popolazioni più vulnerabili. “Se non agiamo, saremo esposti a conseguenze drammatiche”, spiegava Delattre, sottolineando come fosse giunto il momento di compire un ulteriore sforzo.
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L’accordo – si legge sul sito delle Nazioni Unite – si proporrebbe come “uno strumento essenziale per i governi, per aiutarli a implementare regole e principi ambientali nel loro paese”. Ma non tutte le nazioni gradiscono un simile “aiuto”. Dei 193 Stati membri dell’ONU solo 143 (tra cui la Cina) hanno appoggiato la risoluzione, 5 si sono opposti – Stati Uniti, Russia, Siria, Turchia e Filippine – sette si sono astenuti, incluso l’Iran e 38 non hanno votato. Il portavoce Brenden Varma ha dichiarato che il Presidente dell’Assemblea generale nominerà a breve due capi gruppo per il team di lavoro, uno da un paese in via di sviluppo e l’altro da uno sviluppato, per supervisionare le operazioni.