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Il Parlamento UE dichiara l’emergenza climatica: servono nuovi sforzi

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Credit: Didier BAUWERAERTS/ Copyright© European Union 2019 – Source : EP

 

Con 429 voti a favore è stata approvata da Strasburgo la risoluzione sull’emergenza climatica

(Rinnovabili.it) – Siamo in emergenza climatica ed ambientale, e i Paesi europei devono fare di più. Questo quanto dichiarato oggi dal Parlamento europeo con una doppia votazione in aula. La planaria di Strasburgo si è ritrovata stamattina a deliberare su due fondamentali risoluzioni, importanti non solo per il futuro del Blocco ma anche per la posizione UE alla prossima conferenza ONU sui cambiamenti climatici.

Perché? Perché si riconosce ufficialmente l’attuale stato di crisi per il clima e al tempo stesso si chiede che l’Unione presenti al consesso mondiale un obiettivo di neutralità, ossia un limite temporale entro cui portare a zero le emissioni nette di gas serra. “Il Parlamento europeo ha appena adottato una posizione ambiziosa in vista della prossima COP25 di Madrid”, ha commentato Pascal Canfin (RE, FR), Presidente della commissione parlamentare per l’ambiente. “Data l’emergenza climatica e ambientale, è essenziale ridurre le nostre emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030. Si tratta inoltre di un messaggio chiaro e tempestivo alla Commissione, alcune settimane prima della pubblicazione della comunicazione sul Green Deal”.

 

Nel dettaglio, la risoluzione sull’emergenza climatica – approvata con 429 voti a favore, 225 contrari e 19 astensioni – esorta il nuovo esecutivo di von der Leyen a garantire che tutte le proposte legislative e di bilancio siano pienamente in linea con l’obiettivo più stringente dell’Accordo di Parigi, ossia di limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C. Sono lieto che il Parlamento europeo stia decretando un’emergenza climatica, perché c’è davvero urgenza! È un segnale forte inviato al resto del mondo e un passo storico che deve essere seguito da atti concreti”, spiega l’eurodeputato Damien Carême (Verdi/ALE). Questa risoluzione non deve essere però un simbolo, sottolinea Carême. “Avrei preferito che fosse accompagnato da impegni più concreti e dettagliati da questo Parlamento, come avevamo proposto all’inizio. Chiedo ai miei colleghi che hanno approvato questa risoluzione, di agire e votare di conseguenza nei prossimi cinque anni”. 

 

>>Leggi anche L’allarme del Greenhouse Gas Bulletin: nuovo (pessimo) record per i gas serra<<

 

In una seconda risoluzione, approvata con 430 voti favorevoli, 190 contrari e 34 astensioni, Strasburgo punta i riflettori sulla prossima COP 25 di Madrid. I legislatori esortano l’UE a presentare alla prossima Convenzione delle Parti sui cambiamenti climatici una strategia per raggiungere la neutralità climatica al più tardi entro il 2050. E chiedono anche alla nuova Presidente Ursula von der Leyen di includere nel Green Deal europeo un obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 (leggi anche L’ambiziosa politica climatica di von der Leyen).

Inoltre secondo il Parlamento, gli stati membri dell’UE dovrebbero raddoppiare i loro contributi al Fondo verde internazionale per il clima, eliminando nel contempo tutte le sovvenzioni, dirette e indirette, ai combustibili fossili entro il 2020. Infine si consiglia di includere il settore marittimo nel Sistema UE di scambio delle quote di emissione (ETS) ed esortare l’ONU far aggiungere i tagli alle emissioni di treni e navi nei contributi nazionali NDC.

“Se manteniamo l’attuale politica, andremo verso aumenti delle temperature medie di 4 gradi entro la fine del secolo”, ha aggiunto l’eurodeputata Karima Delli. “Questa dichiarazione ha un significato simbolico storico ma sfortunatamente nessun potere vincolante. Questo è il motivo per cui continueremo a spingere affinché le misure raggiungano un taglio del 65% dei gas a effetto serra entro il 2030 e la neutralità del carbonio entro il 2040 per sperare di mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5°C”.

 

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