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Domani Parigi fa le prove di COP 21

Dal 6 all’8 maggio i primi contatti fra i negoziatori della COP 21. L’intento è cercare il bandolo di una matassa climatica decisamente intricata

Domani Parigi fa le prove di COP 21_

 

(Rinnovabili.it) – Da domani a venerdì a Parigi andranno in scena le prove generali della COP 21. Rappresentanti di 50 Paesi del mondo confluiranno nella capitale francese per un meeting informale nella sede dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), volto a rilanciare il negoziato per raggiungere un accordo globale sul clima quando a fine novembre si alzerà il sipario sull’evento più importante dell’anno in tema di cambiamento climatico.

Il dibattito, in effetti, ha bisogno urgente di un nuovo impulso. Pochi Paesi hanno rispettato le scadenze – non vincolanti – fissate dall’ONU per la presentazione degli impegni climatici (INDC’s – Intended Nationally Determined Contributions) post 2020. Solo il 25% delle emissioni mondiali di CO2 è coperto da 36 pacchetti clima presentati finora dagli Stati membri delle Nazioni Unite.

 

Domani Parigi fa le prove di COP 21

 

Quando la Cina, entro fine giugno, svelerà i suoi piani, il parziale salirà al 50% delle emissioni. Ma questo è solo l’inizio del processo. I piani nazionali presentati ad oggi sono difficilmente compatibili, e la sfida per i negoziatori è quella di riunirli in un accordo capace di incontrare il consenso internazionale. Per ora lo scenario è parecchio complesso: USA e UE giocano al ribasso rispetto alle rispettive possibilità, l’India non si esprime, il Giappone delude, così come il Canada e la Russia. L’Australia punta a far saltare il banco. Schiacciate fra l’inazione delle grandi potenze e il gioco al massacro degli Stati dominati dalle lobby del carbone troviamo le piccole nazioni insulari, che tentano di far sentire la propria voce in ogni modo. Sono loro a rischiare di scomparire dalla faccia della terra: Filippine, Kribati, Tuvalu, isole Marshall, Maldive e molti altri temono l’annichilimento a seguito dell’innalzamento dei livelli del mare provocati dal riscaldamento globale. Hanno proposto di abbassare l’obiettivo dei 2°C di aumento medio della temperatura, perché lo ritengono inaccettabile. Molti di loro vedrebbero alzarsi spaventosamente il rischio di eventi catastrofici potenzialmente in grado di spazzare via le popolazioni.

 

In tutto questo carnevale di impegni e disimpegni climatici, il Parlamento Europeo ha nominato l’eurodeputato francese Gilles Pargneaux come suo rappresentante alla COP 21. Toccherà a lui spendersi, per conto del Vecchio continente, al fine di trovare il bandolo di una matassa più intricata che mai.