La bozza di comunicazione trapelata da Bruxelles chiederebbe un impegno climatico mondiale decisamente sottono rispetto alle aspettative
(Rinnovabili.it) – Le nazioni del mondo dovrebbero firmare un impegno giuridicamente vincolante sul clima con il quale ridurre le emissioni di gas serra del 60% entro il 2050. Questo quanto sarebbe pronta a chiedere alle controparti internazionali, l’Unione Europea nella sua “Road to Paris 2015”. La comunicazione, redatta dall’esecutivo comunitario, sarà presentata ufficialmente solo domani, ma in queste ore sono iniziate a trapelare le prime indiscrezioni. “Le principali economie, in particolare l’Unione europea, la Cina e gli Usa, dovrebbero mostrare leadership politica aderendo al protocollo il più presto possibile” e questo “dovrebbe entrare in vigore non appena ratificato dai Paesi responsabili per l’80% delle emissioni globali”, si legge nella bozza del documento. Peccato che i tagli richiesti abbiano come anno di riferimento il 2010, equivalente ad un dimezzamento della CO2 sui livelli del 1990. E se per caso dalla COP21 non dovessero uscire gli impegni necessari, la comunicazione UE propone di individuare ulteriori azioni a partire dal 2016. In altre parole, se il testo venisse confermato, l’Europa dimostrerebbe ancora una volta di non saper osare, più attenta a compiacere gli interessi di terzi che a riconquistare quella leadership ambientale vantata in passato.
Un possibile scontro con le altre potenze si potrebbe avere solo sulla tipologia dell’accordo che secondo il documento UE “dovrebbe essere preferibilmente sotto forma di un protocollo”, vale a dire l’opzione legale più stringente mentre Cina e Stati Uniti hanno sempre dimostrato di preferire intese senza vincoli. “La comunicazione non è assolutamente in linea con il target di due gradi ed è un’occasione persa dopo che l’ultimo rapporto IPCC ha chiaramente affermato che esiste un bilancio cumulativo di carbonio“, ha commentato l’eurodeputato dei Verdi Bas Eickhout al Guardian. “E’ frustrante – ha aggiunto Brook Riley, un portavoce di Friends of the Earth Europe – vedere la Commissione europea insistere sulla necessità di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di due gradi Celsius, ma sorvolare sull’inadeguatezza della propria azione sul cambiamento climatico”.
Road to Paris 2015 chiederebbe anche che la Commissione europea organizzi entro novembre una conferenza internazionale per migliorare la comprensione dell’importanza degli impegni individuali, noti come Intended Nationally Determined Contributions – INDCs e revisioni periodiche dei progressi.