(Rinnovabili.it) – Non separare la questione climatica da quella della giustizia e della solidarietà, ma al contrario procedere con un approccio integrale e partecipativo che includa tutti, soprattutto i più deboli. Questo in sintesi il messaggio che oggi Papa Francesco ha portato al Meeting internazionale su “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”, la due giorni di approfondimento sulle strategie per realizzare un nuovo sviluppo rispettoso dell’ambiente, più equo e inclusivo. Perché è fondamentale ora più che mai procedere con un simile approccio? Perché, risponde in maniera chiara il Santo Padre, “non possiamo dimenticare le gravi implicazioni sociali dei cambiamenti climatici: sono i più poveri a patirne con maggiore durezza le conseguenze! Per questo – come giustamente evidenzia il titolo di questo Meeting – la questione del clima è una questione di giustizia; e anche di solidarietà, che dalla giustizia non va mai separata”.
L’attenzione, ricorda il Pontefice, va focalizzata sulle inevitabili implicazioni sociali legate alla crisi climatica in atto. Oggi infatti, sono i più deboli e inermi a soffrire maggiormente gli effetti negativi del climate change. Gli eventi climatici estremi e il riscaldamento globale stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte popolazioni, rendendo alcune zone della Terra sempre più povere e meno vivibili. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) si dovrà attendere per il 2050 di un numero di “migranti climatici” che vada da un minimo di 25 milioni a un massimo di un miliardo, con 200 milioni citata come cifra più probabile.
Ma la partita non si gioca solo fra i grandi della Terra, che il prossimo dicembre sono chiamati a Parigi per mettere nero su bianco un ambizioso accordo climatico; ognuno deve fare la sua ed esercitare la propria responsabilità e solidarietà, “ognuno – ha affermato Papa Francesco – è chiamato a rispondere personalmente, nella misura che gli compete in base al ruolo che occupa nella famiglia, nel mondo del lavoro, dell’economia e della ricerca, nella società civile e nelle istituzioni. Non sfoderando improbabili ricette: nessuno le ha!”
L’invito rivolto a tutti dal capo delle Chiesa cattolica è quello di “compiere ogni sforzo perché ai tavoli in cui si cerca il modo per risolvere l’unica e complessa crisi socio-ambientale possano far udire la propria voce i più poveri, tra i Paesi e tra gli esseri umani: è anche questo un dovere di giustizia ambientale”.