Due ricercatori dell'Università della Virginia hanno scoperto la relazione che lega la sopravvivenza degli ecosistemi paludosi all'innalzamanto del livello del mare
L’innalzamento delle acque e il cambiamento climatico consentiranno infatti alle paludi, alle mangrovie e alle aree salmastre di catturare ed eliminare rapidamente il biossido di carbonio fino al 2050, capacità che poi si ridurrà progressivamente.
Le zone umide, chiariscono i ricercatori autori dello studio, per sopravvivere necessitano di un sostanziale accumulo di CO2: raccolto dalle radici, il gas agevola la crescita della pianta permettendo al fogliame e ai rami di rimanere al di sopra della superficie dell’acqua. Nel caso in cui le piante muoiano, il carbonio viene comunque trattenuto nei sedimenti; per questo, in caso di aumento del livello delle acque, le paludi sarebbero in grado di memorizzare fino a 4 volte più carbonio che in condizioni standard.
Tuttavia, hanno specificato i ricercatori, questi ecosistemi possono sopravvivere solo a modesti aumenti del livello del mare. Nel caso in cui il livello dovesse salire troppo in fretta, infatti, le piante non farebbero in tempo a crescere e morirebbero e con loro l’intero ecosistema di cui fanno parte.