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Il minuscolo Palau approva un gigantesco santuario marino

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(Rinnovabili.it) – Il minuscolo arcipelago di Palau, 458 chilometri quadrati, sta per creare un santuario marino esteso su una superficie di 500 mila chilometri quadrati, quanto quella della Spagna. Ieri, il congresso nazionale del Paese, abitato da circa 21 mila persone, ha dato il via libera al Palau National Marine Sanctuary Act, che circoscrive l’80% del territorio marittimo nazionale. La Camera dei deputati ha votato all’unanimità (16-0) per dare vita a quella che, secondo gli ambientalisti, diventerà la sesta area protetta più grande al mondo, una zona completamente interdetta alla pesca e ad altri sfruttamenti, come l’estrazione di petrolio.  È arrivata anche l’approvazione del Senato, ma per l’ufficialità manca la firma del presidente sotto il testo di legge, che dovrebbe essere apposta lunedì prossimo.

La decisione segue la serie di annunci per l’istituzione di nuove aree marine protette, arrivati negli ultimi tempi da Cile, Nuova Zelanda e Regno Unito, misure volte a proteggere vaste aree oceaniche dalla pesca.

 

Il minuscolo Palau approva un gigantesco santuario marino

 

L’ONG Pew Charitable Trusts, con sede negli Stati Uniti, ha detto che il nuovo santuario di Palau porterà la superficie totale degli oceani completamente protetta all’1,9%. Siamo dunque ancora molto lontani dal 30% necessario, secondo gli esperti, a proteggere la biodiversità e la salute del mare.

«Oggi è un giorno storico per Palau – ha dichiarato il capo dello Stato, Tommy E Remengesau Jr – Stiamo dimostrando che una piccola nazione insulare può avere un grande impatto sul mare». Tuttavia, circa il 20% del santuario resterà accessibile ai pescatori locali.

Secondo Pew Charitable Trust, che ha sostenuto la creazione dell’area protetta, la zona ospiterebbe più di 1.300 specie di pesci e 700 specie di coralli, che proliferano intorno alle centinaia di piccole isole che compongono l’arcipelago.

«La creazione di questo santuario permette di conservare uno dei più spettacolari ambienti oceanici sulla Terra», ha giubilato Seth Horstmeyer, direttore del progetto Global Ocean Legacy promosso dall’organizzazione.

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