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Inquinamento degli oceani: se un paguro sceglie la testa di una bambola come guscio

paguro guscio conchiglia bambolaL’immagine del paguro nella bambola rischia di diventare l’icona di una catastrofe ambientale

 

(Rinnovabili.it) – Un paguro emerge dalla testa di una bambola che ha scelto come guscio e si avvia lentamente verso il mare: è la commovente scena ripresa sull’isola di Wake (Wilkes Island), un atollo corallino nel nord est della Micronesia.

 

Il video girato da Joseph Cronk sta facendo il giro del mondo: recatosi sull’isola come volontario per ripulire l’atollo dai rifiuti che annualmente vi si depositano, Joseph ha assistito alla scena surreale e l’ha immediatamente ripresa per testimoniare gli effetti devastanti dell’inquinamento in questi delicati habitat.

 

 

Mi capita spesso di vedere paguri e granchi scambiare per conchiglie una gran varietà di oggetti – ha spiegato il volontario ai microfoni dei giornalisti – Vederli dentro le lattine di soda è abbastanza comune, ma in questo caso credo si sia passato davvero il limite”.

 

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L’isola di Wake è un piccolo atollo corallino a quasi 2 mila miglia da Tokyo e oltre 1.500 miglia ad est dell’isola di Guam. Le correnti oceaniche trasportano annualmente tonnellate di plastica e altri rifiuti sulle coste dell’atollo dove già a dicembre 2018, Joseph si era recato per un progetto di bonifica ambientale.

 

Oltre al sorprendente episodio del paguro, Joseph Cronk ha potuto documentare con diverse immagini la quantità di detriti in plastica e di rifiuti che hanno ricoperto il litorale dell’isolotto in appena 5 mesi: “Queste foto sono esempi dell’immondizia che giunge sulle spiagge dell’isola di Wake – ha continuato il volontario – Questo dovrebbe essere un santuario per uccelli marini e una zona protetta”.

 

Dopo aver filmato il paguro, Joseph ha scelto di non rimuoverlo dall’interno della testa della bambola per evitare di causargli ferite o dolore: a pochi giorni dal report ONU che stimava in oltre 100 milioni di tonnellate i rifiuti di plastica presenti negli oceani, questa rischia di diventare l’immagine iconica di uno scempio ambientale che colpisce anche gli habitat più remoti del Pianeta.

 

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