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Otto Nobel per la pace, un no al petrolio bituminoso

(Rinnovabili.it) – “Cari Capi di Stato, noi – un gruppo di Premi Nobel per la Pace – vi scriviamo oggi per chiedervi di fare la cosa giusta per il nostro ambiente e supportare lo sforzo della commissione Europea nel voler tenere al di fuori dell’Europa l’altamente inquinate petrolio estratto dalle sabbie bituminose”. Comincia così la lettera firmata da otto grandi uomini e donne che hanno lasciato in questi anni un segno globalmente riconosciuto nel mantenimento della pace e nella difesa dei diritti umani. La questione che riunisce in una sola voce le otto personalità internazionali è quella inerente la direttiva Fuel Quality su cui domani Bruxelles si troverà a votare.

Il provvedimento europeo, che ha il compito di assegnare un valore indicativo delle emissioni a ogni carburante, proibirebbe, a conti fatti, l’importazione di greggio con un alto impatto ambientale, in particolare quello ottenuto dalle sabbie bituminose (tar sands) per cui è stato fissato un valore di 107 grammi di carbonio per megajoule, contro gli 87,5 del petrolio convenzionale. Secondo i dati forniti dall’Alleanza per il Clima, partnership di cui fanno parte organizzazioni come Greenpeace, Oxfam, e Amici della Terra le tar sands sono in grado di emettere fino al 23% in più di carbonio rispetto al greggio convenzionale a causa dei processi di estrazione e di raffinazione che richiedono più energia e acqua, ma risultano, a livello di costi complessivi, più convenienti.

Immediata l’alzata di scudi del Canada, maggior produttore del mondo, che dopo le prime sottili pressioni è passata alle minacce avvertendo d’essere pronta a intervenire sulle norme che regolano l’importazioni delle merci dal vecchio continente qualora Bruxelles varasse la direttiva. A sostenere moralmente la normativa sono però l’arcivescovo Desmond Tutu, il pacifista argentino Adolfo Pérez Esquivel e le altre importanti personalità internazionali mobilitatesi per l’occasione. I premi Nobel che hanno inviato all’esecutivo Ue una lettera in cui invitano i governi degli stati Membri a sostenere il provvedimento. “Il cambiamento climatico – scrivono – è la più grande minaccia al benessere del nostro Pianeta. Ora siamo ad un punto di svolta. La direttiva proposta dalla Commissione europea è un esempio d’una politica che, se implementata correttamente, è in grado di portarci
 lontano dalla nostra distruttiva dipendenza da petrolio, carbone e gas, verso energie rinnovabili e fonti pulite per il trasporto”. “Le sabbie bituminose sono la fonte di emissioni che cresce più velocemente in Canada, e minacciano la salute dell’intero pianeta. Proprio per questo il Canada è uscito dal protocollo di Kyoto, e l’Europa non può seguirne i passi”.

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