(Rinnovabili.it) – Giorno di manifestazioni a Rio de Janeiro. Si è scatenata stamane la Ribellione degli Orsi polari, la più grande campagna internazionale in difesa dell’Artico organizzata da Greenpeace per la creazione di un santuario globale al polo nord vientando le perforazioni petrolifere e la pesca industriale.
All’invito si sono uniti 100 personaggi famosi tra cui Paul McCartney, Penelope Cruz, Robert Redford e Thom Yorke e firmando la petizione on-line si potrà, una volta giunti a un milione di firme, contribuire alla consegna della Bandiera per il Futuro che verrà posizionata al polo insieme ad una capsula contenente tutti i nomi dei firmatare, capsula che verrà posizionata sul fondale del mare artico.
“L’Artico è una della regioni più belle e incontaminate al mondo, ed è in pericolo. Alcuni governi e compagnie che vogliono aprire la strada alle perforazioni petrolifere e alla pesca industriale e fare all’Artico quello che hanno già fatto al resto del nostro fragile Pianeta. È pura follia sperare di raggiungere i luoghi estremi del pianeta per trovare l’ultima goccia di petrolio quando le menti scientifiche più autorevoli ci stanno dicendo che dobbiamo abbandonare le fonti fossili per garantire ai nostri figli un futuro. In un preciso momento, in un luogo del mondo, dovremo prendere una posizione. Credo che il momento sia ora e il luogo sia l’Artico” ha dichiarato Paul McCartney.
Il senso della protesta è la difesa della banchisa polare, in progressivo scioglimento a causa dell’innalzamento della temperatura globale e dell’intesa attività estrattiva delle compagnie petroliefere che stanno mettendo a rischio, con possibili fuoriuscite di greggio, la salubrità e la sopravvivenza dell’habitat degli orsi polari.
Dura la denuncia del direttore di Greenpeace Kumi Naidoo “L’Artico è sotto attacco e ha bisogno che in tutto il mondo le persone facciano sentire la propria voce per difenderlo. Un bando sulle trivellazioni off-shore e sulla pesca distruttiva costituirebbe una vittoria storica su chi minaccia questa preziosa regione e i quattro milioni di persone che la abitano. Un santuario in un’area disabitata attorno al Polo darebbe un colpo mortale agli inquinatori che cercano di colonizzarlo, senza infrangere i diritti delle comunità indigene.
Le persone mi chiedono perché io, da africano, mi interesso così tanto all’Artico. La risposta è semplice: l’Artico è il refrigeratore del mondo, mantiene basse le temperature riflettendo l’energia solare grazie alla superficie di ghiacci. Oggi il ghiaccio si sta sciogliendo e il riscaldamento globale aumenta, minacciando esseri viventi e mezzi di sostentamento di ogni continente. A prescindere da dove veniamo, l’Artico è il nostro destino».