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Miniere d’oro e deforestazione intossicano di mercurio il Perù

Miniere d’oro e deforestazione intossicano di mercurio il Perù

Miniere d’oro e deforestazione intossicano di mercurio il Perù

 

(Rinnovabili.it) – Prima la deforestazione selvaggia che ha fatto sparire migliaia di ettari di foresta tropicale in Perù. Poi la diffusione di miniere d’oro in buona parte illegali e legate al crimine organizzato. Infine l’allarme da contaminazione di mercurio, sostanza che viene impiegata nei procedimenti di estrazione del metallo prezioso, che aveva spinto il governo a dichiarare 2 mesi di emergenza nazionale lo scorso maggio. Adesso una nuova ricerca, condotta dall’istituto americano Duke Global Health e non ancora pubblicata, rivela che il mercurio è una vera e propria piaga: si tratta di una “epidemia cronica” e non soltanto di un fenomeno passeggero.

L’analisi scientifica è stata rivelata dal quotidiano britannico Guardian, che ha potuto visionarla in anteprima. I dati raccolti finora riguardano la regione peruviana di Madre de Dios (ribattezzata dai suoi abitanti Desmadre de Dios, cioè postribolo), dove si trova la miniera d’oro di Ara, uno dei siti illegali più grandi al mondo. Gli scienziati hanno raccolto i dati sui livelli di mercurio presenti negli abitanti della zona, scoprendo che sono incredibilmente più alti della norma, e confrontandoli poi con le analisi condotte su campioni di animali e sedimenti prelevati nella stessa area.

 

Miniere d’oro e deforestazione intossicano di mercurio il PerùIl quadro che emerge, per quanto provvisorio, è già inquietante. La contaminazione da mercurio riguarda tutta la zona presa in esame, con livelli ben più alti della norma e quindi assolutamente pericolosi per la salute umana e per l’ecosistema. La regione di Madre de Dios è al centro di una corsa all’oro iniziata negli anni ’80, che ha portato alla deforestazione di oltre 50mila ettari e ha sversato nei fiumi centinaia di tonnellate di mercurio.

Curiosamente, la zona dove gli abitanti sono più contaminati è a monte della miniera. I ricercatori ipotizzano che ciò dipenda dal fatto che chi abita in quell’area lavora di fatto nella miniera e, per mancanza di vie di collegamento, sia la quota di popolazione più dipendente da agricoltura e allevamento locali: significa che l’intero ecosistema è compromesso. Inoltre, la deforestazione contribuisce perché l’assenza di alberi permette il rilascio del mercurio naturalmente contenuto nel terreno. Non solo, il disastro ambientale è ancora più profondo. L’area in questione infatti è in gran parte all’interno del perimetro del parco nazionale di Manu, un’area protetta che l’Unesco riconosce tra i più preziosi serbatoi di biodiversità del pianeta.

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