Sviluppata dai ricercatori dell’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), la sostanza è in grado di provvedere efficacemente alla cattura del carbonio proveniente dalle emissioni delle centrali elettriche a carbone
La minore energia richiesta dal processo dovrebbe ridurre in modo significativo il costo della cattura del carbonio
(Rinnovabili.it) – Un sostanza capace di provvedere alla cattura del carbonio proveniente dalle emissioni delle centrali elettriche in modo più efficiente rispetto alla tecnologia esistente. È quella sviluppata dai ricercatori dell’Oak Ridge National Laboratory (ORNL), che pare essere in grado di assorbire efficacemente il carbonio proveniente dalle emissioni delle centrali elettriche a carbone, utilizzando molta meno energia di quella richiesta dai metodi esistenti. La chiave della nuova tecnologia è una classe di composti organici noti come bis-iminoguanidine (BIG), che si legano a specifici anioni (ioni con carica negativa); tra questi, i ricercatori dell’ORNL hanno scoperto che c’erano anche gli anioni di bicarbonato, che quindi potevano essere “sfruttati” per catturare l’anidride carbonica. Il team ha sviluppato una soluzione BIG acquosa che ha poi fatto attraversare dai gas di scarico; le molecole di CO2 si sono legate alla soluzione, che quindi si è cristallizzata in un sale bicarbonato solido. A questo punto, il composto solido viene filtrato e riscaldato a 120 °C per poter estrarre la CO2, che poi sarà stoccata, mentre il sorbente BIG allo stato solido può essere sciolto nuovamente in acqua e riutilizzato di nuovo.
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Stando a quanto dichiarato dal team di ricerca, questo sistema di cattura del carbonio utilizza circa il 24% di energia in meno rispetto ai metodi esistenti, che spesso usano assorbenti liquidi che richiedono temperature più elevate per riscaldarsi e nel tempo tendono ad evaporare. “Il principale vantaggio di questo materiale – spiega Radu Custelcean, autore senior dello studio – è che può essere rigenerato a temperature molto più basse e con un consumo energetico significativamente inferiore rispetto agli impianti di lavaggio inorganici. La minore energia richiesta per la rigenerazione dovrebbe ridurre in modo significativo il costo della cattura del carbonio, che è fondamentale considerando che è necessario catturare miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno per ottenere un impatto misurabile sul clima”.
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Nonostante i vantaggi tangibili di questa innovativa tecnologia per la cattura del carbonio, per gli studiosi c’è ancora ancora una serie di problematiche da risolvere e superare, tra cui una bassa capacità di assorbimento di questi BIG sorbenti, problematica che potrebbe essere superata combinando la soluzione con sorbenti tradizionali, come gli amminoacidi. “Stiamo anche adattando il processo – ha aggiunto Custelcean – in modo che possa essere applicato alla separazione di CO2 direttamente dall’atmosfera in modo efficiente dal punto di vista energetico ed economico”.
La ricerca è stata pubblicata su Chen.