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Con le ondate di caldo il 30% degli aerei non potrà più decollare

ondate di caldo

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(Rinnovabili.it) – Le più frequenti ondate di caldo e l’aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale possono avere effetti drastici sugli spostamenti via aria dell’uomo. Secondo una nuova ricerca condotta da scienziati statunitensi e pubblicata sulla rivista Climatic Change, fino al 30% degli aerei in tutto il mondo potrebbero restare a terra nei prossimi decenni. Per farli decollare, le compagnie dovrebbero prendere misure drastiche, come diminuire il carico di passeggeri, merci o carburante per volare in sicurezza. Questo perché l’aria più calda riduce la capacità delle ali dei velivoli di decollare in sicurezza e di mantenere l’aeroplano sospeso.

 

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I ricercatori della Columbia University partono da uno scenario che vede in tutto il mondo aumentare le temperature medie di circa 3°C entro il 2100. Dunque, prendono in esame un quadro in cui il pianeta ha fallito nel tentativo di rispettare l’accordo di Parigi. Il fenomeno più deleterio per l’industria aerea sarebbe in un simile contesto, quello delle ondate di caldo. Le temperature massime giornaliere negli aeroporti potrebbero salire da da 4 a 8 °C entro il 2080, hanno avvertito gli scienziati, causando costosi ritardi nei decolli o addirittura costringendo ad annullare i voli. Tra gli aeroporti che più di altri potrebbero subire l’impatto dell’aumento di temperatura e delle ondate di caldo ci sono scali importanti come La Guardia di New York e Dubai negli Emirati Arabi Uniti.

Nei momenti più caldi della giornata, tra il 10 e il 30% degli aerei a pieno carico potrebbe dover lasciare a terra persone o bagagli per decollare in sicurezza. Un velivolo da 160 posti, ad esempio, potrebbe dover rinunciare a 13 passeggeri in un maggio troppo caldo. Naturalmente, ciò significa che arriverà il momento in cui le riduzioni dei profitti saranno troppo marcate per fare finta di niente, anche per un settore che finora ha trascurato ogni azione per contrastare il cambiamento climatico. Anche perché, a cascata, ci perderebbe tutto l’indotto.

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