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Ondata di calore infiamma Karachi: oltre 400 morti

Ondata di calore infiamma Karachi oltre 400 morti_

 

(Rinnovabili.it) – Karachi brucia, ma non per un incendio. Una ondata di calore ha invaso l’immane metropoli costiera del Pakistan meridionale (20 milioni di persone) e da tre giorni miete vittime senza sosta. Un altro evento estremo, che ricorda come gli effetti del cambiamento climatico non debbano ricercarsi nel futuro, ma già nel quotidiano. Il conto delle vittime è salito quest’oggi a 400, secondo le stime governative. Ulteriori decessi sono stati segnalati in provincia, ma non esiste una stima completa. Il numero potrebbe superare presto quello dell’ultima analoga tragedia, occorsa in India a fine maggio. Per tamponare l’emergenza, squadre di paramilitari hanno allestito campi medici di emergenza per le strade riarse. Forniscono alla popolazione acqua e sali minerali.

 

Ondata di calore infiamma Karachi oltre 400 mortiL’ondata di calore arriva durante un periodo di tagli alle forniture elettriche da parte del governo locale, che ha scatenato forti polemiche pubbliche per lo sgretolamento del sistema sanitario pubblico, impossibilitato a funzionare con continuità a causa di frequenti black-out. Le reti vanno in sovraccarico quando milioni di persone accendono contemporaneamente ventilatori, condizionatori e iniziano a cucinare. L’amministrazione è accusata di aver esacerbato la crisi con il suo immobilismo, ma nella spirale della critica è finita anche la K-electric, società privata che gestisce l’elettricità a Karachi. Un parlamentare locale ha suggerito di spegnere l’aria condizionata per un’ora nell’aula, in segno di solidarietà con il popolo.

 

Le temperature hanno toccato 44 gradi centigradi nella città portuale, ben oltre la normale temperatura estiva di 37 °C. Ma le autorità meteorologiche dicono che l’arrivo imminente della pioggia farà calare l’allerta.

«Possiamo anticipare che stasera si alzerà una brezza marina. La temperatura scenderà e la pioggia monsonica giungerà sulla costa Sindh, portando acqua anche in città», ha detto Ghulam Rasool, direttore generale del Dipartimento Meteorologico.

 

Le pompe funebri sono oberate di lavoro: il consiglio degli esperti è di seppellire i propri cari, uccisi dall’ondata di calore, il prima possibile. La salma, con un simile caldo, va presto in decomposizione. Uno dei più grandi ospedali pubblici di Karachi ha dichiarato che oltre 200 pazienti sono morti di disidratazione o di colpi di calore.

«Alcuni sono arrivati già defunti, altri sono trapassati durante il ricovero – ha detto il dottor Seemin Jamali, direttore al Jinnah Postgraduate Medical Centre – Stiamo ancora accogliendo un flusso senza fine».

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