(Rinnovabili.it) – Smog, inquinamento del suolo, contaminazione delle acque, radiazioni UV, cambiamenti climatici. Sommati insieme questi fattori di rischio ambientale sono in grado di spazzare via in un anno la popolazione di un paese grande come l’Ungheria. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) infatti, nel 2012 ben 12,6 milioni di persone sono decedute a causa di un ambiente di vita o lavoro malsani. Quasi un quarto del totale delle morti registrate a livello mondiale quell’anno.
Le stime appartengono seconda edizione del rapporto “Preventing disease through healthy environments: a global assessment of the burden of disease from environmental risks”. Il documento rivela che dalla prima edizione del report a oggi i decessi legati a malattie non trasmissibili in gran parte attribuibile all’inquinamento atmosferico (compresa l’esposizione passiva al fumo di tabacco) sono cresciute in maniera esponenziale raggiungendo gli 8,2 milioni di morti. Parliamo di malattie come l’ictus, patologie cardiache, tumori e malattie respiratorie croniche, che ora ammontano a quasi due terzi del totale dei decessi causati da fattori ambientali.
“Un ambiente sano è alla base di una popolazione in buona salute”, afferma Margaret Chan, direttore generale dell’OMS. “Se i paesi non intraprendono azioni per rendere sani gli ambienti in cui le persone vivono e lavorano, in milioni continueranno ad ammalarsi e morire prematuramente”.
A farne le spese sono soprattutto anziani e bambini. Il documento spiega che annualmente muoiono prematuramente 1,7 milioni di bambini sotto i 5 anni e 4,9 milioni di adulti di età compresa tra 50 a 75 anni.
Le dieci principali malattie sono ictus (2,5 milioni di morti ogni anno), cardiopatie ischemiche (2,3 milioni), lesioni involontarie come ad esempio morti per incidenti stradali (1,7 milioni), tumori (1,7 milioni), malattie respiratorie croniche (1,4 milioni), malattie diarroiche (846mila), infezioni delle vie respiratorie (567mila), condizioni neonatali (270mila), malaria (259mila), lesioni volontarie come ad esempio suicidi (246mila).