(Rinnovabili.it) – Il Ministero dello Sviluppo economico ha deciso: Ombrina Mare si farà. È quanto emerso dalla Conferenza dei Servizi conclusasi poche ore fa, che ha dato il via libera al progetto di trivellazione della costa adriatica. Il MiSe non ha tenuto conto della legge regionale che introduce il divieto per le attività petrolifere entro le 12 miglia dalla costa, e nemmeno di quella sul parco marino dei trabocchi. Lo scontro istituzionale è ormai aperto, con gli enti locali intenzionati ad un ricorso al Tar (la provincia di Chieti e altri 13 Comuni lo hanno già formalizzato), ultima spiaggia (legale) per fermare il progetto.
«Faremo ricorso e non solo al Tar, in sede civile e in sede penale – ha detto Giovanni Lolli, vice presidente della giunta regionale abruzzese – Qui si sta operando contro le leggi, non si può andare avanti con un procedimento che è illegittimo. Siamo di fronte ad un’arroganza inaccettabile, che porta ad uno scontro istituzionale. Fino a quando siamo vivi la battaglia continua».
Le associazioni ambientaliste avevano chiesto di cancellare la Conferenza dei Servizi sul progetto Ombrina Mare, dal momento che un via libera alle trivelle sarebbe stato in conflitto con ben due provvedimenti emanati da enti territoriali. La riunione, invece, si è tenuta, e il Ministero ha respinto la richiesta di sospensione che chiedeva di attendere prima i giudizi di costituzionalità.
Il Coordinamento No Ombrina ha definito la riunione una «farsa», rammaricandosi per il «giorno nero per l’Abruzzo e l’Adriatico. Solo un colpo di mano del dirigente del Ministero dello Sviluppo economico pare abbia sbloccato la conferenza a favore dei petrolieri, con una situazione che evidentemente diventava ogni ora sempre più insostenibile e che quindi andava risolta in fretta». Tuttavia, gli attivisti non hanno alcuna intenzione di gettare la spugna: «Pensiamo sia un vero e proprio sopruso, con l’impegno di tutti i cittadini vedremo di ribaltare il risultato presentando esposti e ricorsi in tutte le sedi, dalla Giustizia penale a quella amministrativa passando per la Commissione Europea».
Il Coordinamento richiama Renzi ai suoi doveri, nel giorno in cui l’Organizzazione meteorologica mondiale mette in guardia i leader del pianeta sullo sforamento dei livelli di sicurezza della concentrazione atmosferica di CO2: «Se non si tagliano le emissioni di gas climalteranti provenienti da carbone, petrolio e gas il nostro pianeta sarà reso più pericoloso e inospitale per le future generazioni».