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Oltre 500 sostanze provocano l’inquinamento dei fiumi in Europa

inquinamento dei fiumi

Foto di Joshua J. Cotten su Unsplash

inquinamento dei fiumi
Foto di Joshua J. Cotten su Unsplash

L’effetto cocktail di tutte le sostanze che causano l’inquinamento dei fiumi non è studiato bene

(Rinnovabili.it) – Peggio di quanto potessimo immaginare. Nonostante le crescenti attenzioni e il miglioramento della normativa, questo è il giudizio di un team di chimici ambientali che ha valutato l’inquinamento dei fiumi in Europa. Il Centro Helmoltz per la ricerca ambientale (UFZ) si è incaricato di fare una stima dello stato dell’arte e ha esaminato i valori di 610 sostanze chimiche, compresi pesticidi, prodotti chimici industriali e farmaceutici, nei corsi d’acqua del vecchio continente. 

Ha recuperato 445 campioni provenienti da 22 fiumi, individuando 504 sostanze tra le 610 cercate. Di queste, 229 erano pesticidi e biocidi e 175 erano prodotti chimici farmaceutici. Poi sono stati trovati tensioattivi, additivi per plastica e gomma, PFAS e inibitori della corrosione.

In oltre il 40% dei campioni sono stati rilevati fino a 50 composti chimici, mentre nel 41% dei casi sono stati trovati da 51 a 100 composti. Alcuni campioni contenevano più di 200 microinquinanti organici, un cocktail mortifero che getta un’ombra sull’impatto dell’agricoltura industriale, del settore farmaceutico e dell’industria in senso lato nel nostro continente. Il Danubio è il fiume in cui è stata trovata la più ampia varietà di sostanze (241).

Tra i composti più comuni c’era la N-acetil-4-amminoantpirina, sostanza che si genera dalla degradazione di un analgesico, la cui pericolosità per gli ecosistemi di acqua dolce non è ben nota. Altri composti, come l’anticonvulsivante carbamazepina e gli insetticidi diazinon e fipronil superavano le soglie di rischio per gli invertebrati acquatici. 

Gli scienziati hanno messo in guardia rispetto alla mancanza – ancora oggi – di conoscenze sui danni ambientali di molti metaboliti. La necessità di studiare gli effetti delle miscele chimiche (il cosiddetto “effetto cocktail”) si fa sempre più urgente. Utilizzando il concetto di impronta chimica, il team ha valutato il potenziale impatto delle miscele sulla sopravvivenza di organismi acquatici. I risultati hanno rivelato che il 74% dei campioni testati superava i limiti scientifici, con un rischio particolarmente elevato per i crostacei.

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