Un contratto con la prestigiosa Rotterdam School of Management permette a Shell di condizionare i corsi di laurea in ottica pro fracking
L’intreccio tra aziende del fracking e sistema educativo
(Rinnovabili.it) – Come far accettare alle comunità i terremoti del fracking? Come influenzare i governi al fine di ridurre la pressione fiscale sulle multinazionali dell’oil&gas? A queste domande Shell, ExxonMobil, GasTerra e GDF Suez (ma non solo) hanno cercato risposte finanziando la Rotterdam School of Management, prestigiosa università olandese, in un intreccio tra lobby dei combustibili fossili e sistema dell’istruzione che ha pochi precedenti di questa portata.
Lo scandalo è scoppiato con la pubblicazione, da parte del think tank Changerism, di un rapporto che svela l’esistenza di un contratto di partenariato stipulato nel 2012 tra Shell e l’ateneo di fama continentale, secondo cui la compagnia può condizionare i corsi di laurea e il profilo degli studenti dei master, indebolendone l’indipendenza accademica. L’infiltrazione dell’industria nel sistema educativo nasce dalla necessità spasmodica di fondi delle Università, cui vengono tagliati i finanziamenti pubblici, costringendole a rivolgersi a soggetti privati per conservare alte posizioni nelle classifiche. Ma i contratti stipulati con tali soggetti, possono lederne l’immagine e l’autorevolezza e infine sortire l’effetto contrario. Colonizzata dalle imprese impegnate nel business dei combustibili fossili, la Rotterdam School of Economics rischia infatti di trasformarsi in una testa di ponte delle loro istanze, producendo studi e formando una futura classe dirigente incline a sostenere un modello di sviluppo in linea con i loro interessi.
>> Leggi anche: Fracking, in Olanda Shell ed Exxon pagano per i terremoti <<
Grazie al contratto stipulato con la Rotterdam School of Economics, l’impresa può «identificare relatori e ospiti che contribuiranno alla comprensione di Shell da parte degli studenti in vari corsi».
Tra l’altro, il colosso olandese e la britannica BP occupano anche poltrone nel board consultivo dell’Università e può partecipare nel formulare la sua strategia e le sue attività.
Shell, NAM (di proprietà di Shell ed ExxonMobil), GasTerra (di proprietà dello Stato olandese, Shell ed ExxonMobil), e GDF Suez (ora Engie) hanno pagato consulenze all’ateneo su come migliorare l’accettazione sociale delle operazioni estrattive, nonostante una resistenza di massa contro la il fracking nei Paesi Bassi, legata ai numerosi terremoti che hanno messo a rischio la vita delle persone.