Perché il ripristino dei suoli è una scommessa già vinta
(Rinnovabili.it) – Ripristinare 2 miliardi di ettari di terra degradata in tutto il mondo è un investimento per il nostro futuro. Lo afferma il World Resources Institute (WRI) con un nuovo rapporto, intitolato “Roots of Prosperity“, che rivela come i governi possano sbloccare miliardi di dollari in investimenti di ripristino dei suoli. Dal Costa Rica alla Norvegia, dall’Etiopia agli Stati Uniti, vi è un enorme divario tra i comprovati benefici della riqualificazione e gli investimenti. Ad esempio, spiegano gli esperti del WRI, dei 141 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici per il clima assegnati nel 2016, meno del 2% (3 miliardi) è stato indirizzato a miglioramenti nell’uso del suolo, e ancor meno per il ripristino ambientale. Recenti studi, tuttavia, hanno sottolineato che investire in questi settori potrebbe potrebbe contribuire a ridurre il 37% delle emissioni da tagliare necessariamente entro il 2030. Quindi perché mancano i soldi per queste operazioni necessarie e urgenti?
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Il nuovo rapporto del WRI identifica sette ragioni per cui gli investimenti nel ripristino non hanno raggiunto il loro potenziale, e descrive le politiche e i modelli di finanziamento innovativi necessari per invertire la tendenza. Il degrado del suolo costa al mondo più di 6.300 miliardi di dollari l’anno – circa l’8,3% del PIL mondiale nel 2016 – e mette a repentaglio i mezzi di sostentamento di mezzo miliardo di persone che dipendono dalle foreste e dalle risorse territoriali. Il ripristino delle terre degradate può portare a guadagni a breve e lungo termine per l’economia, l’occupazione, la sicurezza alimentare e il pianeta, affermano gli analisti dell’istituto. La ricerca dimostra che ogni dollaro speso in riforestazione può portare fino a 30 dollari in benefici economici.
Le iniziative in atto che vanno in questa direzione coinvolgono oggi appena 160 milioni di ettari di terreni sul pianeta, ma non è abbastanza. Le soluzioni delineate nella relazione servono ad aumentare questa superficie, e includono l’aggregazione di progetti di ripristino per ridurre i rischi, la richiesta ai ministeri delle finanze, dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’energia di lavorare in modo più collaborativo, la rimozione di alcune sovvenzioni agricole e l’implementazione di una carbon tax. Inoltre, si può fare leva su meccanismi di investimento privati come crediti d’imposta e assicurazioni.