(Rinnovabili.it) – Non esistono studi validi in grado di stabilire la sicurezza degli OGM. Così conclude, in sintesi, il rapporto della Agenzia per l’Ambiente norvegese, alla quale il governo aveva assegnato la valutazione sulla sicurezza delle biotecnologie. Un nuovo colpo all’industria del cibo ingegnerizzato, che si è sempre spesa in comunicazione volta a mitigare le preoccupazioni sorte in tutto il mondo riguardo ai potenziali effetti sulla salute dei suoi prodotti.
Il nuovo studio analizza un dossier scritto da Monsanto e presentato al governo brasiliano, e conduce una revisione completa della letteratura scientifica in materia di OGM. L’obiettivo è valutare la sicurezza della soia Intacta Roundup Ready 2 Pro, coltivata in Brasile, in seguito autorizzata anche in Argentina, Paraguay, Uruguay. Con tutta probabilità è presente anche in Bolivia, a causa dell’introduzione illegale dai Paesi limitrofi.
L’analisi degli esperti norvegesi è severa, e dichiara l’esistenza di importanti lacune nella letteratura scientifica, tali da rendere impossibile affermare senza dubbi la sicurezza degli organismi geneticamente modificati. Il dossier Monsanto, conclude la relazione, è viziato da una serie di debolezze metodologiche: sebbene l’azienda sostenga che gli organismi geneticamente modificati non danneggino la salute dell’uomo e degli animali, e non abbiano dunque effetti negativi sulle colture e l’ambiente, il nuovo studio norvegese si esprime diversamente: «Contrariamente a questa affermazione, la letteratura fornisce indicazioni riguardo ad effetti nocivi e negativi per l’ambiente e per la salute (sia animale che umana), così come per le condizioni socio-economiche, soprattutto nel medio e lungo termine».
Sarebbe proprio questo il punto fondamentale secondo l’Agenzia per l’Ambiente norvegese: un sostanziale disinteresse per gli effetti a medio e lungo termine da parte degli studi prodotti dalle multinazionali, accettati in tutto il continente americano (e non solo) dai governi, e sufficienti secondo le autorità pubbliche per avallare la produzione OGM nei loro Paesi.
La maggior parte di queste ricerche, secondo gli esperti scandinavi, non confronta le colture geneticamente modificate con altri sistemi di produzione, come il l’agricoltura biologica o l’agroecologia, e si basa su esperimenti che non considerano adeguatamente le condizioni di campo reali.