Vittoria davanti alla Corte UE per una ONG anti OGM
(Rinnovabili.it) – Contestare l’autorizzazione di prodotti contenenti OGM nell’Unione Europea è possibile. E lo si può fare proprio in base alla legislazione ambientale recepita dalle sue istituzioni. Lo afferma una sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha annullato una decisione della Commissione del 2015 con cui l’esecutivo comunitario aveva respinto la richiesta della ONG TestBioTech di rivedere il via libera ad una soia geneticamente manipolata e destinata ad alimenti e mangimi.
Bruxelles aveva negato la revisione all’organizzazione perché, a suo dire, riguardava rischi per la salute e non ambientali. Un cavillo legale grazie al quale non sarebbe stato possibile appellarsi al regolamento del 2006 che recepisce la convenzione di Aarhus sulla partecipazione ai processi decisionali in campo ambientale. Ma la Corte Europea ha annullato la decisione della Commissione, che dovrà pronunciarsi nuovamente sulla richiesta di TestBioTech.
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Il Tribunale generale dell’UE ha affermato che i regolamenti sugli OGM sono “parte integrante” della legislazione ambientale. Ha detto inoltre che gli OGM fanno parte “dell’ambiente naturale” prima di essere trasformati in cibo. TestBioTech ha accolto favorevolmente la sentenza, definendola “un passo importante verso il rafforzamento del principio di precauzione nell’UE”.
Molti scienziati europei hanno ripetutamente affermato che gli OGM sono sicuri per gli esseri umani e l’ambiente, ma l’opposizione dei consumatori rimane forte, anche in virtù dei molti scandali che hanno colpito il mondo della scienza, evidenziando legami con le multinazionali che commercializzano i prodotti manipolati. Ogni volta è un braccio di ferro in Europa, con gli stati membri mai allineati sull’approvazione degli OGM che tentano di entrare nel mercato comune. L’Unione Europea oggi consente l’importazione di oltre 50 colture geneticamente modificate per il consumo animale. Solo un tipo di mais della Monsanto viene coltivato sul suolo comunitario, per oltre il 90% in Spagna. Il tentativo di far uscire le nuove tecniche di modificazione genetica dall’ambito della direttiva sugli OGM potrebbe portare ad un radicale cambio di paradigma, con l’ingresso incontrollato di molte nuove varietà.