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Ocean Cleanup pronto al lancio dei suoi pac-man mangia plastica

Dopo i primi test in mare, il progetto cambia forma alle sue barriere galleggianti e si prepara al lancio nell'Isola dei rifiuti per la fine dell'estate

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(Rinnovabili.it) – Il progetto Ocean Cleanup ha iniziato il conto alla rovescia per lancio delle sue prime barriere marine per la raccolta della plastica. Ma dalla prima versione del progetto, disegnata nel 2013, a quella che verrà rimorchiata questo autunno presso il Great Pacific Garbage Patch, molte cose sono cambiate.

Dopo i test in mare, il team a capo del progetto è stato costretto a rimetter nuovamente mano al design per renderlo a prova di vento e onde.  Il progetto originale consisteva, infatti, in un sistema galleggiante lasciato andare alla deriva insieme alla corrente. La struttura è composta da tubi lunghi 1–2 chilometri, un pannello rigido posto sotto a essi per raccogliere i frammenti di plastica sotto la superficie dell’acqua e un’ancora a circa 600 metri di profondità che ne rallentasse il tragitto.

 

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Ma la squadra aveva sottovalutato l’impatto del vento e delle onde superficiali. Durante i test ha scoperto che questi elementi potrebbero spesso combinarsi per piegare il sistema a forma di U e accelerare la velocità delle barriere sull’acqua. I progettisti hanno pertanto deciso di cambiare approccio. “Il passaggio dall’idea alla realizzazione non è mai una linea retta”, ha scritto su Twitter Boyan Slat, il creatore di The Ocean Cleanup, questo fine settimana. Il nuovo impianto non cerca di opporsi a vento e onde ma di sfruttarle a suo favore.

 

 

E’ stata eliminata l’ancora e le barrire sono state riprogettate perché il pannello inferiore penda 3 metri sotto la superficie del centro del sistema, assottigliandosi ai lati. In questo modo la parte centrale resterà sempre indietro e i bordi laterali, più aerodinamici, avanti, formando una sorta di bocca gigante. I rifiuti di plastica raccolti saranno trasportati via da una nave ogni pochi mesi e portati a terra per essere riciclati. Tutta l’elettronica del progetto, come sensori, telecamere, luci, moduli di navigazione e antenne satellitari, è alimentata da energia solare. Ocean Cleanup prevede di distribuire 60 unità in totale, che dovrebbero ripulire il 50% della Great Pacific Garbage Patch ogni cinque anni.