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Obiettivo 1.5° C: le fonti rinnovabili non bastano

L'ultimo rapporto "Global Energy and Climate Outlook 2018" del JRC calcola i tassi di decarbonizzazione necessari a limitare l’aumento della temperatura globale

1.5° C

 

Gli scenari del CCR per raggiungere l’obiettivo 1.5° C

(Rinnovabili.it) – Per limitare l’aumento della temperatura mondiale a 1.5° C, il sistema energetico globale e i modelli consumo dovranno subire una rapida e profonda trasformazione. L’obiettivo è raggiungere almeno un tasso di decarbonizzazione del 9% l’anno da oggi al 2050. Questa la visione sostenuta dagli scienziati del Centro Comune di Ricerca (CCR) dalla Commissione Europea. Nel rapporto “Global Energy and Climate Outlook 2018, pubblicato in questi giorni in occasione nella COP 24 di Katowice, i ricercatori CCR spiegano come e quanto dovrebbero scendere le emissioni di gas a effetto serra e quali opzioni di mitigazione possono essere intraprese.

 

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La questione va oltre, ovviamente, il ruolo delle fonti rinnovabili e low carbon. Affinché i gas serra totali raggiungano il picco emissivo nel 2020, portando l’umanità verso un’economia in crescita ma separata dalle emissioni, sarebbe necessaria un’azione immediata da parte di tutti i Paesi e di tutti settori dell’economia, incrementando anche il contributo dell’efficienza energetica e dell’elettrificazione dei consumi.

Più specificamente, secondo gli autori del report, l’aumento dell’uso delle fonti energetiche rinnovabili rappresenterebbe solo il 27 per cento della riduzione delle emissioni; l’abbattimento dei gas serra non-CO2 contribuirebbe con un 20 per cento, il miglioramento dell’efficienza energetica con i 17 per cento e l’elettrificazione della domanda finale di energia e l’attenzione all’uso del suolo, entrambi con il 10 per cento. Rimangono incertezze nel potenziale di alcune tecnologie come gli impianti di cattura e sequestro del carbonio e la biomassa, entrambi pero inserite come possibili opzioni per non mancare l’obiettivo finale.

 

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Rispetto ad altri studi di settore, il CCR allunga leggermente la data della neutralità climatica. Secondo i ricercatori, il target + 1.5° C potrà essere raggiunto anche annullando le emissioni al 2065. I risultati della relazione illustrano inoltre che il raggiungimento degli obiettivi climatici comporterà solo costi limitati, portando nel contempo importanti benefici collaterali per la qualità dell’aria. Le regioni a basso reddito manterrebbero alti tassi di crescita economica annua anche nello scenario di aumento delle temperature di 1.5° C, mentre i paesi ad alto reddito andrebbero incontro a moderati impatti sullo sviluppo.