Rinnovabili

L’Obama Pensiero, tra climate change e nuove generazioni

Obama

Obama

.

L’Obama Pensiero strega Milano e non solo

Accolto con il calore e l’entusiasmo che si riserva soltanto ai grandi leader, l’ospite d’onore di Seeds &Chips 2017- The Global Food Innovation Summit, Barack Obama ha dato una grande lezione di come si costruisce il consenso e la mobilitazione attorno ai temi cruciali dell’impatto dei comportamenti umani sui cambiamenti climatici globali, partendo dalle giovani generazioni. Non è stato un caso se il suo intenso key note speech seguito dal dialogo con Sam Kass, chef consigliere dell’ex Presidente USA e artefice della rivoluzione salutista alla Casa Bianca –  è stato introdotto dall’intervento di due giovani donne. Una, in particolare, Morgane Kendregan, studentessa americana diciottenne e Teenovator, in un breve intervento appassionante, ha affermato: “Quando i leader chiudono la porta alla sostenibilità ambientale, siamo noi che dobbiamo parlarne, diffondendo il più possibile le conoscenze di quanto l’innovazione consente di fare per la sostenibilità”. Ecco, i giovani per cambiare rotta, per scongiurare in modo tempestivo e deciso il pericolo di un sempre crescente surriscaldamento globale, formando coloro che saranno i leader di domani. Obama è sempre stato, fin dal suo primo mandato, un convinto assertore delle energie rinnovabili, della riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera, della riduzione degli sprechi energetici. Nell’intervento che è anche il bilancio della sua amministrazione, condotta nella visione non soltanto americana, bensì globale, è emersa la sua profonda convinzione sulla necessità di un’economia sostenibile e circolare.

 

Ecco alcuni punti dell’Obama pensiero, secondo le parole chiave del suo intervento:

Climate Change: La presidenza Obama si è molto impegnata su questo tema. Occorre capire che nessun Paese sarà indenne dall’impatto del Climate Change e adottare tutte le misure necessarie. Il 99% degli scienziati che studiano il climate change ci dice che è un dato incontrovertibile, che il pianeta si sta surriscaldando e che l’attività umana sta contribuendo a questo surriscaldamento. Anche una minima variazione della temperatura genera un innalzamento degli oceani. Inoltre, il cambiamento del clima già rende più difficili le coltivazioni. E il gap fra Paesi sviluppati e non sarà sempre più ampio: alcuni profughi di oggi, in Europa, sono frutto delle carenze alimentari e con una popolazione globale che va verso i 9 miliardi di persone è arrivato il momento di coltivare con meno acqua, utilizzando tutte le tecnologie e le conoscenze per aiutare i paesi più carenti.

 

Energie Rinnovabili: “Gli Usa hanno intrapreso la via delle rinnovabili. Durante gli 8 anni di mandato sono stati fatti molti investimenti in energia pulita: hanno triplicato la produzione di energia eolica e decuplicato quella solare. Il costo unitario dell’energia da fonti rinnovabili è ormai simile a quello dell’energia ottenuta da gas e petrolio. Occorre tuttavia risolvere il problema dello stoccaggio delle energie rinnovabili”.

 

COP 21 di Parigi – prospettive: L’accordo non ha stabilito degli standard sufficientemente elevati, tuttavia ha creato l’impalcatura per introdurre il meccanismo per migliorare i livelli delle emissioni di gas serra in atmosfera. “E’ importante che Paesi come la Cina e gli USA, in passato forti produttori di emissioni, diano il buon esempio, perché i Paesi in via di sviluppo ai quali chiediamo questo impegno potrebbero rivendicare che le nostre economie sono cresciute fuori da questi paletti, e hanno ragione. Questo impegno richiede tuttavia una leadership continuativa che non possiamo abbandonare”.

 

Dove vanno gli Usa con Trump – “L’attuale amministrazione la pensa in modo diverso da me, ma questo è il bello della democrazie. La cosa positiva è che nel settore privato già negli anni passati sono stati fissati gli investimenti per abbattere le emissioni di anidride carbonica. Ma anche i governi locali hanno fissato  parametri per le emissioni di CO2”. Ad esempio, in California, che è un mercato molto forte per il settore auto, i parametri sono molto restrittivi e le case automobilistiche, se vogliono mantenere quel mercato, devono rispettare gli standard dei governi locali.

 

Produzione di cibo e impatto sul climate change: Anche se sono stati fatti passi avanti nell’efficientamento energetico, stiamo assistendo ad un incremento delle emissioni di gas serra nel settore agricolo. Ciò offre una straordinaria opportunità a tutti i soggetti coinvolti nel settore del cibo, per intervenire: agricoltori, scienziati, esperti, ingegneri, imprese. “Per far arrivare il messaggio del legame che corre fra la produzione di cibo e l’impatto sui cambiamenti climatici bisogna spiegarlo alla gente. Le persone conoscono abbastanza bene l’impatto delle emissioni in atmosfera delle fabbriche, ma quando si parla di cibo, che fa parte delle nostre famiglie, s’incontra una parziale resistenza sul fatto che siano i governi a dirci che cosa dobbiamo fare”.

 

Agricoltori e tecnologie: Negli USA, collaborando con gli agricoltori, stiamo cercando di capire come si possa produrre di più con meno gas serra”. Negli States, spiega l’ex presidente soltanto il 2% della popolazione è rappresentato da agricoltori, “tuttavia il tema delle tecnologie in questo campo è di dimensioni ben maggiori nell’economia globale. Se le nuove tecnologie lasciano indietro le popolazioni più deboli, queste si opporranno alle iniziative per contrastare il climate change. Non possiamo ignorare ciò. Tutti devono avere accesso alle stesse opportunità”.

 

Indipendenza alimentare: “Invece di dare un pesce, insegna a pescare”. Obama ha ricordato questo detto per spiegare la necessità di formare i piccoli agricoltori, in modo che “salgano sulla  catena del valore”. Gli Usa hanno condotto programmi di education con 7 milioni di agricoltori in Africa – Etiopia e Somalia, in particolare – per  favorire l’indipendenza alimentare e contribuire a salvaguardare il pianeta.

 

Giovani leader per una rete di attivisti globali: Per Obama, la cosa più bella da fare ora è poter aiutare i giovani a imparare a governare in futuro, creando magari una rete di attivisti globali capace di arrivare al cuore della gente, per non distruggere il pianeta. “La storia non si muove mai in modo lineare e anche quando sembra che proceda in linea retta, poi prende la direzione giusta”.

 

Exit mobile version