(Rinnovabili.it) – Obama annuncia nuove regole per il fracking su terreni federali. Il pacchetto di norme, che ha fatto inviperire le compagnie, dovrebbe introdurre requisiti più stringenti per salvaguardare le falde acquifere, più volte inquinate dalle operazioni di fratturazione idraulica. Inoltre, l’amministrazione americana imporrà alle aziende la pubblicazione degli additivi chimici – molti dei quali tossici e cancerogeni – utilizzati nella procedura di trivellazione per estrarre shale gas. A meno di un’ora dall’annuncio, affidato al dipartimento dell’Interno guidato da Sally Jewell, le società riunite nell’Ipaa (Indipendent Petroleum Association of America) e nella Western Energy Alliance hanno avviato un’azione legale contro il provvedimento. Il ricorso, partito a tempo di record, è stato presentato dagli avvocati della BakerHostetler presso un tribunale federale del Wyoming.
Eppure soltanto l’11% delle operazioni di fracking vengono condotte su territori federali. Le nuove regolamentazioni non avranno alcun impatto, al di là degli annunci, sullo stato dell’ambiente e della salute delle comunità locali. L’auspicio dell’amministrazione Obama, è fissare degli standard comuni di sicurezza e trasparenza che possano “contagiare” anche chi trivella su territori fuori dal controllo federale. Ma il provvedimento è stato presentato assai più pomposamente da Sally Jewell: «Le nuove regole sul fracking assicureranno uno sviluppo responsabile, tutelando le risorse dei territori pubblici», ha commentato la capo dipartimento in una nota, precisando che la legge è il risultato di quasi quattro anni di consultazioni con oltre 1,5 milioni persone, tra singoli individui e associazioni. I nuovi standard dovrebbero entrare in vigore fra 3 mesi: prevedono informazioni dettagliate da parte delle società di trivellazione sui nuovi progetti (non su quelli già attivi, dunque), sulla quantità e la qualità dei liquidi usati. Le imprese energetiche dovranno anche rafforzare le infrastrutture per evitare perdite di metano dai pozzi o di acque reflue e inquinate dai lagoons.
«Questi nuovi requisiti vanno contro il senso comune – si è lagnato Barry Russell, presidente e Ceo dell’Ipaa –In un momento in cui l’industria del petrolio e del gas si trova ad affrontare sfide ed incertezze, questi cosiddetti standard di base rischiano di minacciare la ripresa economica americana, frenando lo sviluppo delle fonti di energia sui territori federali».
Non poteva mancare anche la voce contraria della senatrice dell’Alaska, Lisa Murkowski (quella che voleva portare le trivelle nel santuario marino), presidente della Commissione Energia e Risorse Naturali: «Prevediamo che queste regole renderanno ancora più complicato lo sviluppo di energia sui territori federali», ha dichiarato, accusando la Casa Bianca di avere un approccio contrario all’esplorazione.