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Obama è contro il cambiamento climatico ma dice sì al gas scisto

cambiamento climatico(Rinnovabili.it) – “Abbiamo bisogno di lasciare i combustibili fossili sotto terra”, questo l’appello lanciato dal presidente Usa per ricordare che il previsto aumento della temperatura di 2 gradi non si riuscirà ad arrestare se non si farà un più ampio ricorso alle fonti energetiche ecologiche. Continua quindi la battaglia di Obama per la lotta al cambiamento climatico e viene rinnovato il monito ormai noto: il climate change danneggerà e sta danneggiando ogni paese, indipendentemente da dove siano le cause dell’aumento della temperatura.

Il mondo sta soffrendo le conseguenze del global warming, ha ribadito il presidente in un’intervista rilasciata in settimana nella quale ricorda anche quali saranno i danni tremendi che potrebbe causare il completo utilizzo delle fonti fossili ancora disponibili.

“Non abbiamo intenzione di dover bruciare tutto” ha detto Obama ribadendo la necessità e la possibilità che il pianeta nei prossimi decenni passi all’utilizzo di fonti energetiche più green. “Dobbiamo utilizzare questo tempo saggiamente, in modo da avere una graduale riduzione dell’uso dei combustibili fossili, sostituiti da fonti di energia pulita che non rilasciano carbonio” ha specificato “Ma io credo molto nel rispetto dell’obiettivo che non vuole superare i 2 gradi Celsius.”

 

A preoccupare particolarmente il presidente degli Stati Uniti l’impatto negativo che la siccità e gli eventi meteo estremi potrebbero avere sulle popolazioni più povere, privandole della casa e della necessaria sussistenza “Non sono solo i disastri reali che potrebbero sorgere, è lo stress accumulato in molti paesi diversi a preoccupare, e la possibilità della guerra, dei conflitti, dei rifugiati, delle migrazioni che possono nascere da un clima che cambia”.

Nonostante la vena ambientalista Obama ha rinnovato il suo impegno in favore dello sviluppo del gas scisto, che ha portato alla caduta dei prezzi dell’energia e delle emissioni sollevando però i timori degli ambientalisti, preoccupati per le conseguenze locali sul territorio e la popolazione.

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