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La nuova autorizzazione al glifosato al vaglio degli stati UE

glifosato

 

La Commissione Europea propone di rinnovare il glifosato per 10 anni

 

(Rinnovabili.it) – Torna a crescere la pressione sul glifosato, con la proposta della Commissione Europea di un rinnovo dell’autorizzazione per 10 anni che verrà discussa oggi e domani dal Comitato fitosanitario permanente, un organo presieduto da rappresentanti tecnici degli Stati membri.  La sostanza, utilizzata come principio attivo del roundup, diserbante più utilizzato al mondo, è largamente contestata in tutta Europa perché secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) è probabilmente cancerogena per l’uomo. Le agenzie europee per la sicurezza alimentare e le sostanze chimiche (EFSA ed ECHA), invece, hanno valutato il glifosato come sicuro, e per questo la Commissione ha proposto di rinnovarne l’autorizzazione per altri 10 anni. Da questa base parte il negoziato in seno al Comitato fitosanitario, cui Bruxelles chiede un parere a maggioranza qualificata dopo i ripetuti stalli dovuti al disaccordo tra stati membri sull’opportunità di dare il via libera al diserbante.

I cittadini dell’Unione hanno da poco concluso una raccolta di firme per lo stop al glifosato che in tutto il continente ha raccolto 1,3 milioni di adesioni in pochi mesi, tramite uno strumento consultivo (ECI – European Citizens Initiative) previsto dalle leggi comunitarie, che permette di offrire raccomandazioni dal basso alle istituzioni europee.

 

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In Italia, numerose realtà della società civile e del mondo ambientalista hanno partecipato e promosso l’Iniziativa dei cittadini europei, contribuendo a superare il quorum nazionale di 55 mila firme. Ora la Coalizione Stop Glifosato, tra glifosatogli aderenti alla campagna, chiede in una lettera ai Ministri Martina, Galletti e Lorenzin, di esprimersi contro la proposta della Commissione Europea «non solo per salvare la salute dei cittadini europei e dell’ambiente, ma la stessa credibilità dell’Unione». L’indicazione del governo è determinante per i tecnici inviati a rappresentare il nostro paese nel Comitato fitosanitario permanente. I loro nomi sono ignoti, e non c’è modo di sapere chi materialmente dovrà decidere sulle sorti del glifosato. Secondo i critici, il meccanismo decisionale è fortemente pregiudicato da un problema di trasparenza, che fa il paio con la mancata pubblicazione – ad oggi – degli studi in base ai quali l’EFSA ha valutato la sostanza come non cancerogena. Al contrario, la IARC ha utilizzato soltanto dati pubblici per dare il suo parere di segno opposto. Indagini giornalistiche hanno portato a scoprire l’esistenza di relazioni firmate da accademici in conflitto di interessi che hanno influenzato la procedura di valutazione europea, aprendo un vaso di Pandora di rapporti preoccupanti tra industria e istituzioni. In questo clima di sospetto e di scarsa trasparenza, entro il 2017 si attende una nuova autorizzazione per il diserbante più famoso del mondo. Che non è affatto scontata.

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