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Nucleare, renne radioattive in Norvegia: colpa dei funghi

Nucleare renne radioattive in Norvegia colpa dei funghi.(Rinnovabili.it) – A quasi trent’anni dal cataclisma nucleare di Chernobyl, livelli di radioattività senza pari si sono manifestati in Norvegia. Lo ha scoperto un gruppo di esperti della Norwegian Radiation Protection Authority (NRPA), che ha mappato come d’abitudine la radioattività fra le renne norvegesi. Dalla ricerca è emerso che quest’anno i livelli di Cesio 137 sono i più alti da molto tempo. Nel 2012, quando è stata fatta l’ultima misurazione, erano ben 5 volte più bassi. I numeri parlano di 8.200 bequerel al chilo calcolati lo scorso settembre, contro i 1.500 del 2012. La stessa misurazione, fatta sulle pecore, ha portato a scoprire livelli di radioattività che toccano punte di 4.500 bequerel al chilo. Una cifra che, per i consumatori di carne, è fuori da ogni scala, dato che i livelli di guardia non devono superare a 600 bequerel/chilo.

 

La causa di questa alta radioattività negli animali, tuttavia, non è un mistero. Quest’anno infatti c’è stata una proliferazione di funghi in Norvegia. La stagione, inoltre, è durata per molto tempo: le renne ne vanno ghiotte, ma il problema è che i miceti hanno una forte capacità di assorbimento della radioattività.

Il Cesio 137, elemento usato nella centrale nucleare di Chernobyl, ha un tempo di decadimento di 30 anni, è ancora in attività dopo il disastro del 1986. Teoricamente dovrebbe decadere entro un paio d’anni, ma secondo la Norwegian Radiation Protection Authority il livello di radioattività nell’ambiente si abbasserà più rapidamente del previsto. Molta parte è già stata lavata via o è finita nel sottosuolo. Solo una piccola quantità è rimasta in circolazione attraverso la catena alimentare.

 

«Quando osserviamo i livelli di radioattività negli animali al pascolo in autunno – spiega Lavran Skuterud. Della NRPA – la vediamo salire e scendere di continuo, e temiamo che non scomparirà mai. Ma quando arriva l’inverno, fortunatamente le renne mostrano un decremento stabile».

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