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Nucleare, Cnapi: Basilicata e Sardegna contrarie ad ospitare le scorie

A pochi giorni dall’annuncio dell’arrivo della Cnapi, la mappa che individua le aree di stoccaggio delle scorie nucleari, si alzano le voci delle regioni contrarie

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Foto di La Stampa

 

Le prime proteste regionali contro la CNAPI

(Rinnovabili.it)- Siamo ancora in attesa del Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per il deposito nucleare, ma voci delle regioni contrarie ad ospitare le aree di smaltimento delle scorie nucleari si fanno sentire. Ieri è toccato alla Basilicata ribadire la contrarietà sul tema, con l’intervento dell’assessore regionale all’ambiente, Francesco Pietrantuono.La scelta del Deposito nazionale deve escludere la Basilicata per via dell’alto livello di pressione alla quale è già sottoposta – ha detto Pietrantuono – Pertanto, sia sul piano tecnico che politico, confermo il no, senza alcun tentennamento da parte del governo regionale, al deposito unico di scorie nucleari in Basilicata”. Il no della Basilicata non è indirizzato solo al Deposito Unico dei rifiuti radioattivi. “Non solo il grande no corale di Scanzano, ma anche le osservazioni alla Valutazione ambientale strategica (Vas) al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi – ha spiegato l’assessore – Abbiamo lavorato l’intero mese di agosto dello scorso anno, con ripetuti incontri, con l’Anci, i sindaci lucani, tutti gli Ordini professionali, le Associazioni e le Proloco, a motivare nel merito le correzioni da fare al Programma che portavano con se un motivato no al Deposito Unico”.

Nei giorni scorsi, l’indisponibilità della Basilicata ad accogliere il sito era già stata confermata dal presidente della Regione Marcello Pittella, che si era detto consapevole del fatto che il documento in questione fosse ancora lontano dalla mappa definiva, volendo tuttavia comunicare “la netta e non negoziabile contrarietà della Regione qualora dovesse essere la Basilicata individuata tra i possibili siti, come già avvenuto in passato. Saremo pronti in quel caso ad una seconda ‘Scanzano’”, ha ribadito Pittella.

 

Quando si fece il nome della Sardegna era stato l’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano a rispondere: “Siamo assolutamente contrari a un deposito nella nostra terra e continuiamo a ripeterlo. Non vogliamo una nuova servitù, oltre quelle militari di cui l’Isola è già  pesantemente gravata, mentre siamo impegnati in lunghe e complesse operazioni di bonifiche per restituire ai Sardi il loro territorio”. In Sardegna, infatti, il no è stato espresso attraverso un referendum nel 2011 (con il 97% dei contrari). Ma la polemica si è riaccesa quando il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda ha annunciato l’imminente arrivo della Cnapi. Al punto che, qualche giorno dopo, per rispondere a quanti gli chiedevano se si pensava alla Sardegna come unico sito di stoccaggio delle scorie, il ministro ha risposto su Twitter “Di Sardegna non ho parlato, non conosco le località incluse nella mappa. La valutazione è stata tecnica e non politica”. Ma la precisazione non è bastata per evitare le reazioni. Il Comitato sardo NonucleNoscorie, ad esempio, si è detto allarmato perché “il ministro non ha fatto cenno alla esclusione della Sardegna dai siti possibili, nonostante la netta ed esplicita indisponibilità dimostrata da tutto il popolo sardo”.