(Rinnovabili.it) – Nonostante un nuovo notebook sia mediamente il 10% più efficiente di uno vecchio, sarebbe però responsabile di un quantitativo di emissioni nettamente superiore. Lo rivela uno studio dell’istituto tedesco OKO, di Friburgo, secondo il quale il rimpiazzo frequente degli apparecchi sarebbe una pratica di sicuro cool, ma per nulla amica dell’ambiente. Secondo i dati, infatti, il 56% delle emissioni totali di gas serra verrebbe prodotto nella fase di produzione, assolutamente più impattante rispetto a quella di utilizzazione. L’OKO-Institute ci mette in guardia sull’entità del problema dell’inquinamento dovuto alle emissioni di apparecchi elettrici ed elettronici: secondo le stime, infatti, i 530 milioni di tonnellate del 2011 diventeranno 1 miliardo e 400mila nel 2020, con ripercussioni inimmaginabili in termini di impatto ambientale e poco distanti da quelle provocate dal traffico aereo.
Un problema, insomma, che è bene monitorare e per il quale già da oggi va trovata una soluzione per ammortizzare i 41 anni necessari oggi a smaltire questa mole di emissioni. Da Friburgo fanno sapere che basterebbe evitare di acquistare con frequenza compulsiva un nuovo prodotto e limitarsi ad aggiornare il software del vecchio per risparmiare il 70% delle emissioni e ridurre a 13 il numero di anni necessari al loro smaltimento.