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La passione della Norvegia per le trivellazioni in Artico

La passione della Norvegia per le trivellazioni in Artico

La passione della Norvegia per le trivellazioni in Artico

 

(Rinnovabili.it) – Per il governo norvegese sono soltanto speculazioni senza fondamento. Per la stampa norvegese invece si sta preparando un voltafaccia storico nella politica energetica del paese scandinavo. Al centro di tutto due gruppi di isole nell’Artico, le Lofoten e le Versteraalen: il fondale marino nei loro dintorni è pieno di petrolio e gas e da anni fa gola alle compagnie, ma finora Oslo le ha sempre ufficialmente dichiarate zona off-limits per le trivelle. Fino a qualche giorno fa, quando il contenuto di una lettera del ministero dell’Energia che doveva restare segreta è finito sui giornali. E le trivellazioni in Artico sono tornate alla ribalta.

L’indiscrezione è partita dal quotidiano Upstream, specializzato in politica energetica. Secondo la testata, ripresa ampiamente dalla stampa nazionale, nella lettera che indicava i siti disponibili per le prossime trivellazioni erano indicati anche alcuni blocchi al largo delle Lofoten, compresa l’area di Nordland 6. Peccato che fosse una zona che il governo si era impegnato a non concedere per o sfruttamento di idrocarburi nel 2013. Anzi, proprio grazie a questa “concessione” l’esecutivo guidato dalla conservatrice Erna Solberg era riuscita a strappare un accordo con due partiti di centro, formando così un governo di minoranza. In altri termini: se il patto viene meno, il governo cade subito.

 

Ma le elezioni sono vicine (si terranno nel settembre del 2017) e forse il governo ha iniziato a mettere le mani avanti, con discrezione. Si spiegherebbe così il contenuto di quella lettera, che segnala alle compagnie petrolifere che il partito conservatore resta dell’idea di aprire quelle aree alle trivelle. D’altronde è di pochi mesi fa la concessione di 10 nuove licenze per trivellazioni in Artico, in una parte del mare di Barents incontaminata, nonostante i dubbi sulla commerciabilità degli idrocarburi estratti. Una scelta politica che va in direzione contraria agli impegni assunti dalla Norvegia con la ratifica dell’accordo di Parigi avvenuta a giugno. Il governo comunque si è subito affrettato a smentire, sostenendo che la lettera diceva ben altro. Ma l’annuncio non è bastato per evitare che centinaia di cittadini scendessero per le strade di Oslo a protestare.

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